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276 | illustri italiani |
nè in voi maggior grazia, nè in lei miglior spirito si poteva desiderare. Nè per essere voi in tanto onore e riverenza nel mondo, eravate (come credo) in minor grazia di Dio; anzi in tanto maggiore, quanto maggior frutto facevate, ed ispiravate continuo amor di Dio nelle anime cristiane, siccome ancor fu il nostro primo padre e maestro san Francesco, il quale da’ popoli e da’ principi sommamente riverito, fu nondimeno cosi caro servo a Dio, ch’egli meritò d’esser segnato di quelle stimmate che soffrì il nostro signor Gesù Cristo in croce.
«Ma si dirà che nelle ultime vostre prediche alcune cose dette da voi furono avvertite, notate, riprese ed accusate, come piene di non sana nè cattolica dottrina. Che dirò io qui, se non che quella accusazione era giusta o ingiusta? Se ingiusta, di che temevate voi? perchè non piuttosto, chiamato, venivate a Roma, e qui dinanzi a questo giustissimo principe, il quale sommamente v’amava, avreste come oro nel fuoco raffinata quell’opinione che s’aveva della bontà e della virtù vostra? Ecco san Bernardino nato, pur nella vostra patria e dell’Ordine vostro, il quale accusato come idolatra, venne a Roma, e si purgò chiaramente; onde molto più venne gloriosa e lucente la santità della vita sua, e ne seguì maggior frutto nel popolo di Dio. Non poteva esser tanta la malignità dei vostri accusatori, che non fosse maggiore la forza della verità, sostenuta e difesa ancora da quel favore che era per voi, non pur in Roma, ma in tutta Italia.
«Ma se la loro accusazione era giusta, io non so quel che si possa dir qui, se non che, o per ignoranza o per malizia era sparsa da voi quella dottrina nel volgo; di che, per dire il vero, l’uno mi par malagevole, e l’altro quasi impossibile a credere. Ma sia stato pur o l’uno o l’altro. Se fu per ignoranza, grande obbligo avevate agli accusatori vostri, i quali accusandovi, erano cagione che voi doveste riconoscere il vero, e partendovi dalle tenebre dell’errore, potevate ridurvi nella luce della verità, la qual cosa non era altro che ridursi a Cristo, somma verità, fonte, principio ed origine -di tutti i veri; e se fu per malizia, reo pensiero è questo, nè so qual luogo da difendervi ci rimanga, quando che questo fine è biasimato nell’uomo, abbonito nel cristiano, condannato nel religioso, anatemizzato in colui che predica la parola di Dio: e crederei quasi che, chi si conduce a si reo effetto, già più non sia uomo, ma ch’egli siasi trasformato in demonio.