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frà bernardino ochino | 273 |
Mariano s’accorse della frode, procurato invano dissuaderlo, staccossene, e ritornò col sigillo della religione, consegnatogli dal desertore.
Nella prefazione alle Prediche di Bernardino Ochino da Siena, novellamente ristampate et con grande diligentia rivedute e corrette, senza anno e luogo1, l’Ochino ripete quel che disse al magistrato della sua patria. — Quando avessi possuto in Italia predicare Cristo, se non nudo siccome ce ’l donò il Padre e si dovrebbe, almanco vestito e velato come già in parte mi sforzava di fare a buon fine per non offendere i superstiziosi, non mi sarei partito. Ma ero venuto a termini tali, ch’et mi bisognava, stando in Italia, tacere, anzi mostrarmi inimico dell'evangelio o morire. Ed io non volendo negar Cristo, e non avendo speziale rivelazione nè particolar spirito d’andare volontariamente alla morte, per non tentare Dio elessi partirmi, siccome m’ha insegnato Cristo e con la dottrina e con l’esempio, il che fece anche Paolo ed altri santi. Quando verrà l’ora mia, Dio mi saprà trovare pertutto. So ben che, se il pio, santo e prudente considera quello che ho lassato in Italia, a quante calunnie mi sono esposto, e dove sono andato in questa ultima età, sarà certo che il mio partirmi non nacque da umana e carnai prudenza, nè anche da sensualità, siccome spero in Cristo che la mia vita dimostrerà.... Da poi adunque, Italia mia, che con la viva voce non posso più predicarti, mi sforzerò scrivere, ed in lingua volgare, acciò sia più comune, e penserò che Cristo, abbia cosi voluto acciò ch’io non abbi altro rispetto che alla verità».
Come l’Ochino arrivò a Ginevra, Calvino ne esultò, e scriveva a Melantone: — Abbiamo qui frà Bernardino, quel famoso, qui suo discessu non parum Italiam commovit». Subito si indissero preghiere per lui in tutta Italia; fra’ Cappuccini si prese gran cura di estirpar ogni seme che avesse potuto lasciare, e molti che se ne conobbero infetti, abjurarono. Frà Girolamo di Melfi, valoroso predicatore, corse dietro all’Ochino, ma non guari dopo periva in un incendio. Frà Bartolomeo da Cuneo fu incarcerato dal vescovo, e persistendo nell’eresie, fu condannato a morte. Frà Francesco di Calabria, vicario della provincia milanese, si purgò con penitenza rigorosissima.
Il papa, irritato anche da una lettera dell’Ochino, voleva soppri-
- ↑ Il primo volume contiene cinquanta sermoni su varj soggetti, la giustificazione, il matrimonio spirituale, la confessione, le indulgenze, il purgatorio, il testamento, ecc. Il secondo tratta di Dio, e via via della Fede, Speranza, Carità.