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20 | illustri italiani |
«Iniziato nell’arte cabalistica (dice un altro contemporaneo), in quella parte che fa comunicare coi popoli elementari, coi morti e gli assenti, è Rosacroce; possiede tutte le scienze umane; è esperto a trasmutare i metalli, e principalmente in oro: è un silfo benefico, che medica i poveri gratuitamente, vende per poco l’immortalità ai ricchi; con corse vagabonde racchiude immensi spazj nel giro di poche ore»1.
E di fatto ci appare or ventriloquo, or alchimista come gli antichi, or elettricista come i magnetizzatori del suo tempo, or come quelli del nostro; muove le tavole, comunica coi medium, produce il sonnambolismo e l’ipnotismo; valeasi pure della necromanzia, tanto che Figuier lo considera come «una prodigiosa personificazione della taumaturgia moderna, nel quale splendeva congiunta la magia orientale colla occidentale»2. Certo egli interveniva a convegni nella via della Sourdrière, ove Martinisti e Swedenburgiani evocavano morti: tanto, allora come oggi, il sincretismo irreligioso accumula tutte le superstizioni onde combattere la fede. E quando, per conciliare allo stesso fine le varie sètte dei Rosacroce, dei Necromaati, dei Cabalisti, degli Illuminati, degli Umanitari si raccolse il gran congresso a Wilhelmsbade, poi nelle loggie degli Amici riuniti, col Saint Martin, col Mesmer, col Saint Germain vi figurava Cagliostro3.
In Prussia principalmente avea preso piede la setta dei teosofi e visionari; e dopochè Federico II, per adulare i filosofi suoi adulatori, aveva messo di moda il filosofismo, cioè la negazione delle avite credenze, prevalsero tutte le superstizioni di tavole semoventi, di magnetismo animale, di evocazione di spiriti; dottrine comode, ove ad un vago sentimento religioso poteasi congiungere costumi liberi, e perciò ben adattata ad anime deboli. Federico Guglielmo, futuro re, avevale adottate; sazio e logoro di voluttà, ne chiedea di nuove alle visioni e alla magia: e anche dopo coronato, compiva le cene di Postdam coll’evocare i morti, e discorrerla cogli spiriti de’ grandi uomini.
Simili ciarlatanerie ci ispirerebbero compassione, se altro sentimento