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stato all’età nostra, almen in italiano, alcuno scritto così soave, così pio, così semplice, e così adatto a istruir anche i più rozzi e deboli, massime sull’articolo della giustificazione. E soggiunge: — Ma ci è ancora da dire di questo Benefizio di Cristo. È un certo frate, che non lo vuole a patto alcuno: e con speranza di aver un benefizio dal papa, ha fatto una invettiva contro quel (benefizio) di Cristo crocifisso. È stato poi un altro buon ingegno e spirito che lo ha tolto a difendere, ed ha composto un dolce libro, e l’ha dato nelle mani di un cardinale, il quale ha fama di aver lume di conoscere gli errori della Chiesa e gustar la dolcezza dell’Evangelo. Certo egli ha di molte virtù eccellenti: ma mi risolvo che (se questo cardinale non lascia adesso venir fuori la difensione che egli ha in mano di quel buon libro e non si scopre a dire ch’egli sia buono) la fama sia falsa, e che non sia in lui quello spirito che molti hanno creduto. Egli suol dire che bisogna esser prudente ed aspettar l’occasione e il tempo opportuno. È ben detto, ma non sarà occasione e tempo opportuno adesso, che in tanti modi tanta gente cerca di estinguer e sepellire il benefizio e la gloria di Cristo? Quando si vorrà egli dichiarare e farsi conoscere per suo soldato, se noi fa adesso che il suo Cristo è tanto combattuto, travagliato, afflitto? Orsù, starem a vedere cosa farà questo cardinale. Dio gli doni ardire, e sarebbe ben tempo ch’egli si avesse a dichiarare con tutta la sua scola.

«Aggiungo di questo libretto che sono due persone, le quali vi hanno posto mano; una l’ha cominciato, l’altra finito ed espolito, e tutte due sono in Italia, e molto conosciute e carezzate dai primi membri e ministri di Roma, e il libro loro è condannato per eretico. Staremo anche a vedere se essi potranno sofferire, e divorar questa ingiuria che è fatta sulla faccia del Padre loro celeste, o se pur la vorranno dissimular e godersi le comodità e delizie delle chieriche loro».

Da retore e sofista, il Vergerio vuol confondere il titolo del libro col benefizio di Cristo, quasi sia questo dai censori condannato. Poi stringe: — Or di questo libro, ascoltate; o è buono, o è tristo. Se è buono, perchè averlo condannato? Se è tristo, perchè ne hanno prima lasciati vender quarantamila, che tanti io so che, da sei anni in qua, ne sono stampati e venduti in Venezia sola? perchè hanno lasciato andar attorno tanta quantità di tossico di anime, secondo loro?

«Questa è gran cosa; dove costoro, essendone tanto pregati e