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perchè ottenesse la firma del Pindemonte, come già l’avea del Monti e del Göthe, per un monumento a Byron, il nostro rammemorò quelle frasi, e — Vi lascio giudicare se io possa contraddire a me stesso, concorrendo in verun modo a onorare un uomo che oltraggiò la religione fino a meritarsi un pubblico rimprovero dal gran cancelliere d’Inghilterra».

Il vero è che la sua pietà non cadde mai in santocchieria, e lo ajutò ad affrontare serenamente la morte in patria, il 18 novembre 1828, quasi al tempo stesso che il Cesari e il Monti. Subito ne scrisse una lunga vita Bennassù Montanari, suo conterraneo e amico; la quale levò rumore e acerbe critiche pei confronti con altri moderni, e massime col Monti. Se n’ha inoltre elogi pomposi dal Dei Bene e dal Della Riva, e noi conchiuderemo come esordimmo, che fu buon poeta, non grande, ma che l’uomo sta più nel cuore che nell’ingegno.