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quadro morale dell’istruzione del regno; e ogni tre anni una relazione sulla coltura generale e sulle occorrenti riforme.
L’adunanza annua generale delle due sezioni si alternerebbe fra Milano e Venezia; dove si distribuirebbero premj una volta per le belle arti, una per l’industria e l’agricoltura, una per temi scientifici: nella qual evenienza si farebbe una esposizione.
Ciascuna sezione dell’Istituto avrebbe una biblioteca, una galleria, con sala di modelli, di preparati anatomici, e cogli altri mezzi d’educazione artistica; una collezione archeologica, una tecnologica; e le aprirebbe al pubblico gratuitamente.
La parte lombarda e la veneta d’una classe, o le commissioni speciali, possono unirsi in qualche città per oggetti che a questa abbiano speciale attinenza: lo che, ognun vede, facea rivivere i congressi scientifici, con maggiore serietà e con iscopo determinato e pratico1.
Tralasciamo le norme sul personale, sulla pubblicazione degli atti è delle memorie, sulle adunanze particolari e generali, sullo spaccio degli affari, sulle attribuzioni del seggio presidenziale. Vietavasi il nominar membri onorarj per acclamazione; ciurmeria colla quale si sorprende il voto, s’impedisce il dissenso, si contaminano le liste dei dotti coll’adulazione: le proposte di nuovi membri doveano farsi a schede firmate, e la scelta sopra rapporto da pubblicarsi e a squittinio segreto2.
Il presidente, eletto a partito segreto, triennale, rieleggibile, stipendiato, oltre le attribuzioni consuete, vien ad avere la suprema vigilanza sull’istruzion pubblica, attesa quella ingerenza ch’è attribuita all’Istituto, e comunica direttamente col governator generale. Sarebbe dunque un’au-
- ↑ A ciò connettevasi un progetto per l’istruzione pubblica, che costituiva una sola Università in cinque facoltà: Ja teologica a Padova, la matematica a Venezia con Istituto politecnico, la legale a Pavia, la medica nell’Ospedale di Milano; e quella di belle arti divisa, per le arti del disegno a Venezia, per la musica a Milano. In una di queste città terrebbesi ogni anno un congresso. Fra i membri di questo eleggevasi una giunta d’esaminatori per ciascuna facoltà, a somiglianza del giurì nazionale del Belgio, i quali riconoscessero l’abilità di coloro che aspiravano a professori d’università e di liceo: dalla lista dei licenziati l’autorità sceglierebbe i professori, man mano che si facesse una vacanza. Il congresso nominava il rettor magnifico dell’università, come il presidente e la sede del congresso futuro, preventivamente diramandosi il programma delle materie da traltarvisi.
- ↑ Nel regolamento interno si istituivano, conferenze serali una volta la settimana, a modo di circolo, per le amichevoli comunicazioni, per conoscere le persone tra cui eleggere i nuovi membri, per accogliere e gli studiosi nostrali e i forestieri, che potessero incontrarvi il fior del paese.
La biblioteca proponevasi di aprirla la sera; comodità grande allora sconosciuta. Unendo alla biblioteca dell’Istituto, ricca di circa 21,000 volumi, quella dell’Accademia di Belle Arti, che n’ha forse 2000 di sole opere artistiche, colle statue e i modelli, preparavasi il migliore corredo anche alle scuole di disegno.