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conservano nel sacrario del cuore traverso ai terrori della tirannia o alla pressura dell’opinione e alla legge dell’opportunità, la si potea ripetere legalmente nel titolo di Repubblica Letteraria. E n’avea le forme l’Istituto Lombardo, colla libertà dell’eleggere fin il presidente, coll’eguaglianza dei membri, la quale non consiste nel rimpiccinire ogni superiorità alla misura delle mediocrità gelose, e fiaccare i caratteri sotto l’opinione d’un giorno, ma nel rispettare qualunque siasi manifestazione del genio, aprire il campo a tutte le attività, livellare, non abbassando chi tiensi in piedi, ma sollevando chi sta in ginocchio.

E l’Istituto, che pel titolo d’imperiale e regio era vituperato da molti come servile e codardo, seppe tenersi fermo dinanzi al potere geloso, il che è più facile che dinanzi al potere carezzante; e prove di decoro e d’indipendenza molte potrei recare, date da questa società, forte sulla propria costituzione e sulla franchigia del sapere. La piazza le ignorò; non per questo son meno vere o meno meritorie.

Anche ne’ tempi più desolati di speranze non cessò dall’incoraggiare le arti utili e le applicazioni della scienza. A ciò diresse i temi su cui apriva concorso, proponendo di esaminare come l’agricoltura, quest’arte antica e scienza nuova, possa sussidiarsi delle scoperte della moderna chimica; come vantaggiarsi del coltivare le radici tuberose ed altre, sì per pascolo dell’uomo e delle bestie, sì per preparazioni, e come introdurle nella ruota agraria; e in relazione coll’igiene, quanto l’estendersi delle risaje e de’ prati marzajuoli torni insalubre; e le guise d’erigere, per associazione, case di ricovero ai contadini affetti da mali cronici. Ben prima che i disastri avvertissero quanto sia capitale pel nostro paese l’educazione del filugello, l’Istituto chiedeva i metodi di conoscerne e ottenerne il buon seme, di pavidamente allevarli; di meglio utilizzare il gelso; e di perfezionar la trattura della seta, riducendo a più favorevole condizione l’acqua che vi si adopera; infine otteneva una compiuta monografia del baco da seta, e ne domandava una del gelso.

Sull’industria de’ formaggi si aprì un concorso, estendendolo all’esame delle, giovenche e delle loro malattie; al che sono consentanei gli altri sul caglio vitellino; e sulla polmonea epizootica. L’essiccazione dei grani fu il tema pel 1858, e la fabbricazione dei vini per l’anno seguente. Dopo proposta nel 1844 la maniera di ripristinare e conservare i boschi e profittarne, nel 52 domandava un manuale popolare di selvicoltura.

All’industria giovava l’Istituto col volere descritta e ragionata la quantità d’azione delle acque cadenti, che può ancora usufruttarsi in Lombardia; l’esame delle terre nostre figuline, e del miglior modo d’ottenere stoviglie; i metodi preferibili di fare e conservare i tetti e le strade ordinane; come supplire alle traversine di larice per le strade ferrate; un prospetto della nostra industria manufatturiera; e quanto le associazioni d’industria e di commercio influiscano sulla prosperità pubblica, e come più congruamente tutelarle, e quali cambiamenti converranno al commercio, all’industria, all’agricoltura quando sia compiuto la rete delle strade ferrate.