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polemiche, versò anche sopra di esso nella Proposta que’ suoi travasi di fiele1.

XIII.

D’allora, estranio alla politica, si applicò specialmente a tenzonare di parole nella Proposta di correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca. Avea mosso quel litigio fin dal tempo del Poligrafo,

    «Ella ha tale e tanto diritto alla mia stima, ed io ho tale e tanta tendenza a ciò che giova alla patria, che, deposte le armi, la farei arbitro, anzi plenipotenziario d’ogni mia ragione. Ma siamo a tale da non poter più dare addietro. I miei figli, i miei amici, i miei concittadini, fino le persone stesse di Governo sono indignati per me. Se il signor Monti fosse il cavaliere Rosmini, mi concilierei tosto, con un patto solo, che dovesse criticare le mie Cronache, ma con la debita urbanità letteraria, ed io gli risponderei ringraziandolo pubblicamente, e scusandomi come credessi di poterlo fare. Ma con Monti....?
    «Alle corte, mio degno e rispettabile amico, chè tale riconosco dalla sua lettera, Monti è un idrofobo: bisogna compiangerlo, stargli lontano, e quando si accosta per mordere, difendersi, per non esserne offesi, a spada tratta.
    «Ho scritto: ma grato eternamente a lei. Avrò il piacer di vederla. Il solo rimorso che ho, si è di non averle in secreto confidato ciò che avea scritto e aggiunto in questa Cronaca. Nelle venture non farò così. La settima è presto finita. Abuserò della sua bontà, ma farò onore alla di lei saviezza e a quella confidenza ch’ella m’ispira».

  1. Oltre quello che ne disse nella Proposta, ecco quanto ne scriveva a Padova a Mario Pieri, corcirese iracondo, avvolto nelle baruffe di quel tempo, e delle quali lasciò il racconto.
    — Nessuno dei primi compilatori della Biblioteca Italiana ha più nulla che fare in quel giornale, le cui vicende potete udir fedeli ed esatte dall’ottimo Francesconi. La protesta in fronte ai fascicoli del secondo anno è una solenne impostura: e a qual fine ognuno l’intende. Quale poi sia stata l’iniqua condotta dell’Acerbi verso me, è tale istoria, che un foglio privato non può contenerla, nè io saprei contarla senza infiammarmi.
    «Tornando al detto giornale, egli è al presente tutto mercenario, L’Acerbi, non essendo atto a porvi una sola riga del suo senza spropositi, è forza che tutto compri. E tra coloro che vilmente gli hanno venduto a 40 franchi il foglio, la penna, non ha nessuno che sia pure alcun poco iniziato nel bello scrivere. Quindi cessino tutte le maraviglie sulla decadenza di quello sciagurato giornale. Si è formata un’altra società, la quale ha presentato al governo il progetto d’un nuovo Foglio, complessivo come l’altro di ogni materia letteraria e scientifica. I sottoscritti sono Brocchi, Breyslach, Giordani, Labus e Monti per la compilazione. Quanto agli ajuti, nessuna letteraria confederazione si è mai veduta simile a questa: perchè nostri ausiliarj in Milano sono: Oriani, Carlini, Maj, Rosmini (Carlo), Longo, Mescati, Stratico, Gherardini e più altri che or non è tempo di palesare. In Venezia, Mustoxidi, Aglietti,