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Dedicando il Prometeo a Buonaparte, e paragonandolo a questo mito, diceva: — Voi infondete nelle nazioni il fuoco della libertà, adempiendo gli alti e generosi disegni del primo governo dell’universo.... Voi beneficate i popoli sommersi nel fango della schiavitù, restituendoli ai naturali lor diritti, ed obbligando gli ostinati vostri nemici a lasciar in pace la terra». Altrove lo inneggia perchè all’Italia,

                                        com’era
D’armi nuda e d’ardire e di consiglio,
Diè lo scudo, diè l’asta, e già guerriera,
Già coronata, in trono la compose
Con guardo che dicea: Fa senno e spera.


Di patriotismo bolle la Mascheroniana; di patriotismo è tessuta la Prolusione: parla d’Italia fin nella cantata in lode degli Austriaci tornati.

XII.

Perocchè il portento che aveva affascinato il mondo e lui, cadde sotto l’odio de’ popoli, tremendamente concitati da Körner e da altri poeti e prosatori tedeschi. Gridando la liberazione e l’indipendenza, i monarchi alleati occupavano l’Italia, e la ribadivano agli antichi padroni, privata delle antiche franchigie; e la Lombardia colla Venezia assegnavano all’Austria. L’arciduca Giovanni venne a raccogliere il giuramento dei nuovi sudditi il 15 maggio 1815, e il Monti compose il Mistico omaggio da cantarsi al teatro della Scala, e si consolava perchè esso principe, alla presenza di tutti i membri dell’Istituto, gli disse: — Avete espresso delle utili verità, che devono piacere a tutti i sovrani. Questo è il linguaggio che gradiste all’imperatore».

Il qual imperatore, venendo a Milano, ebbe dal Monti un’altra cantata, Il ritorno d’Astrea1, ove celebrava

  1. Il Gioja, nel Merito e Ricompense, vol. II, pag. 304, scriveva: — Le lodi date ad una chioma che non esiste, possono eccitare il sorriso del disprezzo. Ma un poeta che parla del regno di Astrea ad una nazione le cui piaghe danno ancora sangue, merita d’esser mandato alla ....».