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vincenzo monti | 119 |
Dedicando il Prometeo a Buonaparte, e paragonandolo a questo mito, diceva: — Voi infondete nelle nazioni il fuoco della libertà, adempiendo gli alti e generosi disegni del primo governo dell’universo.... Voi beneficate i popoli sommersi nel fango della schiavitù, restituendoli ai naturali lor diritti, ed obbligando gli ostinati vostri nemici a lasciar in pace la terra». Altrove lo inneggia perchè all’Italia,
com’era |
XII.
Perocchè il portento che aveva affascinato il mondo e lui, cadde sotto l’odio de’ popoli, tremendamente concitati da Körner e da altri poeti e prosatori tedeschi. Gridando la liberazione e l’indipendenza, i monarchi alleati occupavano l’Italia, e la ribadivano agli antichi padroni, privata delle antiche franchigie; e la Lombardia colla Venezia assegnavano all’Austria. L’arciduca Giovanni venne a raccogliere il giuramento dei nuovi sudditi il 15 maggio 1815, e il Monti compose il Mistico omaggio da cantarsi al teatro della Scala, e si consolava perchè esso principe, alla presenza di tutti i membri dell’Istituto, gli disse: — Avete espresso delle utili verità, che devono piacere a tutti i sovrani. Questo è il linguaggio che gradiste all’imperatore».
Il qual imperatore, venendo a Milano, ebbe dal Monti un’altra cantata, Il ritorno d’Astrea1, ove celebrava