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4 | illustri italiani |
motti geroglifici, il settangolo, il triangolo, la cazzuola, la squadra, il compasso, il martello, il teschio umano, la pietra cubica o triangolare o rozza, i ponti da fabbrica, la scala di Giacobbe, la fenice, il globo, il tempio, la lavagna co’ motti Lucem meruere labore — Odi profanimi vulgus et arceo — Petite et accipietis — Pulsate et aperietur vobis — O vincere o morire - In constanti labore spes. Attorno a un letto a bruno colla croce e l’ulivo accoglievansi i fratelli in tunica, con emblemi di spade e squadre; sparsi qua e là cazzuole, martelli, il tamburo di pelle d’agnello, fazzoletti chiazzati di sangue, ossa, cranj, stili, e altri apparati da colpir la fantasia, e il cui linguaggio trisense è difficile e incerto.
Diversi erano i gradi, e a proporzione di questi la comunicazione del secreto. I più non doveano vedervi altro scopo che di riunirsi a far cene e discorsi, ajutarsi a vicenda, riconoscersi anche in paesi lontani mediante certi segni e toccamenti; offrire l’ideale della società a cui si aspirava, dove nessun divario di religione, di nazione, di grado, levate tutte le distinzioni sociali; insomma quella fraternità umana che corregge gl’inconvenienti inevitabili in ogni società civile. Ma gl’intriganti utilizzavano a loro profitto quella misteriosa solennità di forme, che copriva e simulava le istituzioni del fanatismo per realizzare la religione filosofica, cioè indipendente da dogmi e da riti, e limitata all’onestà naturale. I gradi esterni e simbolici non sono che l’ombra degli interni: la parte esoterica, non solo tollerata, ma alcune volte favorita dai Governi, è solo il peristilio d’un tempio, inaccessibile a’ profani1.
- ↑ In un famoso discorso recitato a Brema alla loggia del Ramo d’olivo nel 1849, Draeske ebbe a dire: — V’è qualche massone che non giungerà mai a conoscere il nostro segreto, nemmen per mezzo delle logge, e qualunque siane il grado. Egli resta un profano, fosse anche assiso all’oriente del tempio, foss’anche decorato delle insegne di granmaestro.
Il Barruel, che nella Storia del Giacobinismo rivelò prima e meglio di tutti l’efficienza politica di questa società, si fa premura di scusar ogni tratto la buona fede di coloro che non vi vedeano se non un’associazione di beneficenza e di cortesia. Uno dei loro li qualificò «i babbei dell’ordine». Mirabeau, che vide in Germania il gran movimento delle società segrete, nel 1788 scriveva: — Vedete in Germania tanti principi, ebri della speranza e dell’aspettazione de’ mezzi soprannaturali di potenza, evocare gli spiriti, esplorare l’avvenire, tentar di scoprire la medicina universale e di fare la grand’opera e i suoi secreti, e per ispegnere la sele insaziabile di dominazione e di tesori, strisciare alla voce dei loro taumaturgi, diretti a