Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/653


renata duchessa di ferrara 629

cuno le rimostrava come in tali spese eccedesse, — Che volete? (rispondeva); e’ son francesi, di mia nazione, e sarebbero sudditi miei s’io avessi avuto barba al mento».

Fosse bizzarria o convinzione, ella formò della Corte ferrarese un focolare di pratiche anticattoliche; vi imbandiva di grasso ne’ giorni di vigilia; teneva assemblee religiose nel palazzo di San Francesco, e probabilmente vi facea celebrare la messa di sette punti, quale erasi inventata alla Corte di Navarra, cioè: 1° senza comunione pubblica; 2° senza elevazione dell’ostia; 3° senza adorazione delle specie; 4° senza oblazione del pane e del vino; 5° senza commemorazione della Madonna e dei santi; 6° senza frazione del pane all’altare; 7° da prete ammogliato.

Oltre Aonio Paleario, Pietro Vergnanini, Francesco Porto cretese, Lisia Fileno, ella ricoverò Girolamo Bolsec carmelitano francese, che appuntato per prediche troppo libere, gittò la tonaca, menò moglie, e praticò la medicina: dappoi avendo ingannata la duchessa e fattosene calunniatore, ne fu cacciato; a Ginevra professò opinioni per cui ne fu respinto, e scrisse libri violenti contra i caporioni della Riforma. Essendo stato arrestato a Firenze Lodovico Domenichi per avere fatto stampare la Nicomediana di Calvino, la Renata ne scrisse al granduca da Consandolo, il 20 marzo 1552, come altra volta in favore di Sebastiano Dedi da Castrocaro.

Più memorabile è l’asilo ch’essa diede a Calvino, il quale, perseguitato in Francia dalla Sorbona, nel 1536 ricoverò presso la Renata col nome di Carlo d’Esperville, e giovane eppur sempre grave e serio, di scienza profonda, di molta unzione nel discorso, traeva profitto dal suo apostolato, tanto che un tratto sperò riuscire in Italia meglio che non avessero potuto Lutero e Zuinglio. Veniva con lui da segretario l’ora detto Marot, che tradusse in versi i salmi, i quali furono cantati nelle rivoluzioni d’allora, come la marsigliese nelle moderne. Altri pure capitavano a Ferrara, per religione spatrianti. Madama di Soubise, governante della Renata, teneva seco la figliuola Anna di Partenay e il figlio Giovanni, che poi, col titolo di sire di Soubise, fu caporione degli Ugonotti in Francia. I fratelli Giovanni e Chilian Sinapi tedeschi, riformati e amici di Lutero, il primo de’ quali avea convertito e sposata la ferrarese Francesca Bucironi (1538), erano venuti a quell’Università insegnando il greco, ed istillavano massime eterodosse ai tre figli della Renata. La quale per compagna alla sua