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Del resto il Flaminio conservossi devoto alla messa; credeva la presenza reale; a monsignor Carnesecchi scriveva da Trento, ricordandogli come «alli mesi passati parlassero alcune volte insieme del Santissimo Sacramento dell’altare e dell’uso della messa»: e si lagna di quelli che «stanno ostinatissimi nelle loro immaginazioni, accecati della superbia che si nasconde facilmente sotto il falso zelo della religione, ove si mettono in pericolo di perdere l’onore, la roba e la vita, perchè non si possono immaginare di essere ingannati dalla carne e dal diavolo; e così ognora più s’indurano nelle falsità e
«L’affezione che porto a vostra signoria per l’amore ch’ella porta a Gesù Cristo nostro Signore mi fece scrivere quella che le scrissi. Ma se io fui presuntuoso ed arrogante, vostra signoria è tanto più umile e modesta pregandomi ch’io le insegni a edificare sopra quel fondamento che si contiene nella mia.... Tre cose so per qualche esperienza che giovano sommamente alla edificazione della vita spirituale. E sono: l’orazione mentale, l’adorazione cristiana e la meditazione. Per orazione mentale intendo un desiderio fervente d’impetrare da Dio alcuna cosa: e le cose le quali principalmente dobbiamo desiderare d’impetrare da Dio sono la fede, la speranza e la carità; e perchè l’uomo può sempre desiderare, per conseguente può sempre orare, come ci esorta san Paolo che facciamo. La fede cristiana consiste nel dar credito a tutte le parole di Dio, e in particolare all’Evangelio di Cristo. L’Evangelio non è altro che la felicissima nuova, che hanno pubblicata per tutto il mondo gli apostoli, affermando che l’unigenito Figliuolo di Dio, vestitosi della nostra carne, ha satisfatto alla giustizia del suo eterno Padre per tutti i peccati nostri. Chi crede questa felicissima nuova, crede l’Evangelio, e dando fede per dono di Dio all’Evangelio, si parte dal regno del mondo, ed entra nel regno di Dio, godendo del perdono generale; diventa, di creatura carnale, creatura spirituale; di figliuolo di ira, figliuolo di grazia; di figliuolo di Adamo, figliuolo di Dio; è governato dallo Spirito Santo; sente una giocondissima pace di coscienza; attende a mortificare gli affetti ed appetiti della carne, conoscendosi morto col suo capo Gesù Cristo; attende a vivificare lo spirito, e a vivere una vita celeste, conoscendosi resuscitato col medesimo Gesù Cristo, Questi e altri stupendi effetti fa la fede viva nell’anima del cristiano, e per ciò dobbiamo sempre instare con l’orazione al signor Dio che ce la doni, e ce l’accresca se l’abbiamo. La speranza cristiana consiste nell’aspettare con pazienza e con desiderio e allegrezza continua, che Dio adempia in noi quelle promesse ch’egli ha fatto a tutti i membri del suo diletto figliuolo, promettendo di farli conformi all’immagine gloriosa di lui, il che sarà adempiuto quando, fatta la resurrezione de’ giusti, saremo glorificati nell’anime e nei corpi. Chi ha questa speranza grida sempre col cuore, Adveniat regnum tuum: il qual regno allora verrà perfettamente, quando Gesù Cristo, dopo il giudicio universale, consegnerà il regno al suo eterno Padre. La carità consiste nell’amare Dio per sè stesso ed ogni cosa per Dio, dirizzando tutti i pensieri, tutte le parole e tutte le operazioni a gloria di sua divina maestà. La qual cosa non potrà mai fare chi non crede all’Evangelio, e chi non
Cantù — Illustri italiani, vol. I. | 39 |