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consolata de’ colloqui e della corrispondenza co’ migliori dell’età sua, Bernardo Tasso, l’Ariosto, il Molza, il Guidiccioni, l’Alamanni, oltre quei che nomineremo1.
Allorchè quelle bande saccheggiarono Roma, e l’Europa era piena delle oltraggiose miserie ivi sofferte o recate, Giovanni Valdes, persona d’alta nascita e di molti meriti alla Corte di Spagna, dettava un dialogo, ove supponeva che a Valladolid un soldato, reduce da quel misfatto, s’incontrasse in un arcidiacono e nel cortigiano Lattanzio, e gliene narrasse le particolarità. Lattanzio non rifina di stupire che un papa faccia guerra, e guerra contro l’imperatore; tutt’altro essere l’uffizio del vicario di Cristo. Il soldato risponde che di ciò non si prende meraviglia in Italia, anzi v’è tenuto da nulla un papa che non si maneggi in armi. Descrivendo poi quell’atroce catastrofe, nelle particolarità rilieva ciò che reca disonore al clero; il cortigiano ve la attizza colle sue suggestioni, e conchiude ammirando i giudizj di Dio, il quale castigò in tal modo le ribalderie del papa e de’ suoi. Perocchè della guerra attribuiva la colpa al papa e a Francesco I, scagionandone Carlo V, al che mira pure in un precedente dialogo fra Caronte e Mercurio, ove dalle anime che arrivano al tragitto
- ↑ Alcune delle molte lettere sue al cardinale datario Giberti, santo vescovo di Verona, furono stampate dal Giuliari nella Nuova serie di aneddoti (Verona, 1868) con una a Baldassare Coltiglione, il quale le aveva dato a leggere il suo Cortigiano ancora inedito, ed essa il mostrava agli amici, alcun de’ quali ne trascrisse parte e la pubblicò, con grave dispiacere del Castiglione.
Semo, se ’l vero in voi non copre o adombra
Lo sdegno, pur di quei più antichi vostri
Figli, e da’ buoni per lungo uso amati.
Sotto un sol cielo, entro un sol grembo nati
Sono, e nudriti insieme alla dolce ombra
D’una sola città gli avoli nostri.