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578 illustri italiani

facoltà, le astrazioni, le emissioni intellettive, dimostrò per altro come le logie individuali non racchiudono che la prima metà della scienza, deducendo da qui la necessità di studiare l’altra nelle diverse relazioni della società, nella quale si sviluppa la ragionevolezza, frutto dell’educazione, della convivenza, dell’incivilimento; e quindi d’associare la psicologia individuale colla scienza sociale, connettendo la logica pura, dalla quale risulta la sicurezza del raziocinio, col progressivo magistero della mentale attività; e consolidare i principj che dirigano l’educazione dell’intelletto.

Antichissimo canone del diritto è far convergere la privata colla pubblica utilità1. Che chi governa troppo governa male già lo sentivano i negozianti francesi quando, interrogati da Colbert che cosa potesse operare a lor vantaggio, gli risposero: — Lasciateci fare». Adamo Smith, piantando sull’interesse individuale la comune prosperità, avea proclamato la libera concorrenza: aveva, come altri economisti italiani, accennata l’intima connessione della politica economia colla giurisprudenza. Il Romagnosi, questi principj conformando alla sintetica ragione italiana, ne fece splendide applicazioni all’ordine pratico, stabilendo che la libertà personale non deva limitarsi senza un fatto positivo autorizzato dall’ordine di ragione; e che l’uomo non serva mai all’uomo, ma solo alla necessità della natura e al proprio meglio.

Quanto alla ragione ed alla filosofia civile, Hobbes, erigendo l’arte sociale sulla scienza dell’uomo, e considerando il diritto come null’altro che una forza utilmente diretta, le leggi del giusto un lento trovato della ragione pel meglio dell’umanità, e la politica l’arte di frenare l’indefinita forza dell’amor proprio, avea gettato i semi di molte delle dottrine svolte dal Romagnosi; altre erano state poste in pieno giorno da Grozio e Puffendorf: Vico avea preso da più alto le mosse, per accennare le guise, onde l’uomo dallo stato eslege entra nelle vie progressive della civiltà. Pure l’unità centrale ed il necessario concatenamento di cagioni e d’effetti non erano stati abbastanza cercati, talchè i punti più rilevanti per determinare il pieno

  1. «Unum debet esse omnibus propositum, ut eadem sit utilitas uniuscujusque et universorum: quam si ad se quisque rapiat, dissolvetur omnis humana consociatio». Cicerone. E sant’Agostino, Città di Dio, 4, 4: «Remota justitia, quid sunt regna nisi magna latrocinia?»