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giandomenico romagnosi 575

di quelle parole che accelerano il battito del cuore. Egli, sollevato a tutta l’altezza della nostra età, riepilogava intero il passato, collegava sempre le nuove produzioni colle idee antecedenti, le riferiva tutte ad una mira: ravvicinava relazioni lontanissime, saltando i giudizj intermedi per afferrare ed esporre soltanto le idee capitali; onde troppo male può calcolarne l’accordo chi non abbia ben osservato e il punto da cui moveva e quello ove tendeva. Se contempli un pianeta a mezzo il suo cammino e per quel solo istante che passa pel tuo telescopio, pretenderesti scoprire le leggi del suo corso, l’inclinazione dell’orbita sua, le relazioni del suo moto col restante dell’universo?

Però chi cominciasse a leggere l’Assunto primo, passasse quindi all’ Introduzione allo studio del diritto pubblico, ove sono svolte le dottrine accennate nell’Assunto, quindi meditasse le Vedute sulla logica, possederebbe, se non tutte le dottrine del Romagnosi, almeno le definizioni ed il linguaggio, che sono la chiave del resto.

Qualvolta una cosa possa esprimersi in due maniere egualmente esatte, il preferire la più facile e chiara è preciso dovere dello scrittore; e il Romagnosi professava che il metodo migliore è quello che, nella maniera più breve, più facile, più proficua, porta le più certe cognizioni necessarie. Su queste parole si potranno certo condannare e la Introduzione al diritto pubblico, ove la stringata analisi e il cumulo delle definizioni e dei postulati affaticano la mente degli apprendenti, e la Genesi, dove la mancanza di lavori preparatorj lo costrinse ad inserire ogni tratto proteste, esami, confutazioni de’ metodi opposti, dichiarar parole e definizioni, riassumere l’esposto e quel da esporre, ripetere lo stato della quistione, digredire sovra proposizioni intermedie.

Egli confessavasi di tale difetto, ma lo credeva inevitabile a chi volesse il più possibile avvicinarsi alla dimostrazione matematica con un linguaggio tanto meno preciso, e far che «i principj procedessero armati di tutto punto colla forza della dimostrazione, e che a modo di stretta falange si facessero strada in mezzo ai pregiudizj ed alle opinioni interessate».

Il Romagnosi si pose cogli sperimentali fin quando giovanissimo studiò in Bonnet, e secondo il lento ma giudizioso metodo articolato di questo, compendiò la filosofia di Locke1. E nel metodo da lui seguito

  1. Questo compendio, fatto a 18 anni, è tra’ suoi manuscritti.