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giandomenico romagnosi 559

Se non che a frenare l’eccesso aristocratico sorge la policrazia, ove la plebe partecipa al potere, e così per via dell’antagonismo rimangono bilanciate le condizioni, e risparmiati i violenti e non graduali passaggi alla monarchia ed alla democrazia1.

Di tal passo sono condotte le nazioni a quel grado civile, ove la suprema legge dell’opportunità sanziona l’essere dei corpi politici più grandi, la conquista dello jus æquum bonum, e le costituzioni: l’opinione, potere efficace sugli atti, nasce prima religiosa, poi diviene morale, indi civile, finchè vien portata a maturità dalla ragione dimostrativa e convincente.

Il procedimento organico della civiltà si riduce così a fondere successivamente nel consorzio sociale i poteri rozzi e compatti dell’individuo, rendendo più deboli gli uomini isolati, più felice e potente il loro accordo: procedimento dinamico si è il tender costante di tutte le parti d’uno Stato e delle nazioni fra loro all’equilibrio dell’utilità e delle forze, mediante il conflitto degli interessi e dei poteri.

Questa dottrina dell’incivilimento, il Romagnosi applica al risorgimento d’Italia. Difetto capitale dell’illustre Sismondi è l’aver tolto ad esaminare le repubbliche italiane del medioevo senza farsi indietro sopra la civiltà romana, i cui ordinamenti talmente influirono sulle consuetudini successive, che senza studiar in quelli, non è possibile render ragione dell’essere di noi moderni, mistura di romano, di nordico, d’orientale2.

  1. Montesquieu non mostrò tener conto dell’opportunità, che pure è il solo operante in natura nel tempo e pel tempo; talchè, a sentir lui, le varie forme di reggimento potrebbonsi a capriccio adottare e sovvertire. Romagnosi sentiva con Platone che le leggi non vengono fatte dagli uomini, ma dall’andamento dei tempi. Onde il Vico De uno univ. juris, ecc. § 9: «Si cum Platone dixeris opportunitatem esse rerum humanarum dominam, uti vulgo dicunt fortunam, non piane erraveris». Grande importanza parmi, nel presente bollore della società europea, il raccomandare questa legge dell’opportunità, nè è estraneo il qui riferire alcune parole di Lessing nel libro già citato: «I progettisti gettano spesso un guardo aggiustato sull’avvenire, ma non sanno poi aspettarlo. Vogliono che questo avvenire sia accelerato, anzi accelerato da essi medesimi; vogliono effettuare nell’istante dell’esistenza loro le cose, cui natura impiega migliaja di anni. In fatto, che pro ne torna ad essi, se il meglio che prevedono non arriva mentr’essi vivono?... Cammina ad insensibili passi, o Provvidenza eterna: solo non permettere ch’io disperi di te perchè insensibile il tuo procedimento: non permettere ch’io disperi di te neppur quando il tuo passo mi paresse retrogrado. Non è vero che la linea più breve sia sempre la retta».
  2. Romagnosi dava colpa all’autore della Storia delle repubbliche italiane di non