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giandomenico romagnosi 557

e semplificate nella storia: genio stupendo, nella profonda sua intuizione prevenne di un secolo la ragion comune, presentì le innovazioni che la scienza della perfettibilità umana reca nelle altre; e se o i pregiudizj o l’insuperabile ignoranza de’ fatti gli fece ora ommettere, ora svisare il vero, risorgendo però in mezzo a noi, quasi testimonio degli indovinati progressi, può apparire siccome contemporaneo, giudicar l’erudizione e i fatti della nostra età, dare una spinta efficace a quell’accordo, il cui bisogno è sentito ed invocato nell’analisi del mondo delle nazioni.

Alla scienza delle cose e delle storie umane delineate da questi grandi italiani volle dar compimento il Romagnosi. Ma sulle belle prime staccossi dal Vico, col mettere il perfezionamento siccome impulso del caso, e col distinguere la perfettibilità dall’incivilimento, quella essendo l’attitudine, questo l’atto; quella verificandosi sempre nell’uomo in società, mentre nel fatto non ravvisava che un unico incivilimento, nato in un solo punto del globo e di quivi propagato: non ispontaneo effetto della convivenza, ma faticoso trionfo dell’uomo sopra la natura; e a cui fa mestieri di vocazione naturale e coltura. Tal vocazione trovossi in sommo grado presso qualche nazione, come l’Italia, la Caldea, la perita Atlantide.

L’incivilimento, cioè il modo di essere di uno Stato, pel quale si vanno attuando le condizioni d’una colta e soddisfacente convivenza, svolgesi fra la barbarie e la corruzione in una vita complessiva, sottoposta agli stadj della personale; ed ottimo sarà quando gli individui si amino e rispettino a vicenda, sieno operosi, e col credito assicurino le aspettative; quando la pubblica equità protegga il debole, associi in libero affratellamento le professioni, i gradi, le classi; qualora nell’ordinamento fondamentale si incontri una proporzionata divisione in gremj di locale attività per cui mezzo l’azione personale venga impegnata nella socialità.

L’avvicinarsi a tal condizione è opera del progressivo incivilimento attraverso alle età dei sensi, della fantasia, della ragione, segnando quattro epoche distinte. Prima è quella dei tesmofori1, istitutori forestieri, che con deliberata educazione trapiantano la civiltà fra popoli grossolani, dissodando terre, vincendo con erculea fatica gli

  1. Prometeo, Iside e Osiride, Ercole, Orfeo, Bacco, Manco-capak, Mama-Oella, gl’Incas nel Perù, i Gesuiti nel Paraguay.