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556 illustri italiani

verso in fenomeni indipendenti, lasciando l’essere al me pensante ma senza verun passaggio dall’interno all’esterno; altri, astraendone la nozione comune a tutti i fenomeni, l’idea sottintesa a tutti i giudizj, formarono l’ente, in cui trasportando ogni realtà, ridussero lo stesso me pensante a nulla più che fenomeno dell’ente.

A mostrare il nesso fra l’ente e i fenomeni, Romagnosi inventò quella sua trinomia di azione, riazione, risultamento; cioè che la natura esterna opera sulla mente come stimolante, la mente riagisce sulla natura esterna colla propria energia, dal che risulta un commercio compotenziale, che rappresenta un continuo antagonismo. Ma questo spiega forse la verità o la certezza del massimo fenomeno psicologico? non ammette per dimostrato quel che appunto si cerca? che altro fa se non formolare un fatto, dar una dimostrazione fisica, anzichè chiarire una ragione?


XII.


Di fatto il Romagnosi poco si badò alle logie individuali, mirando piuttosto a combinare la psicologia colla scienza sociale e colla logica, che dà sicurezza al raziocinio.

E dalle dottrine psicologiche, qualunque elle fossero, tornava al perpetuo suo tema, la civiltà effettiva: e posata la dottrina della ragione rispetto all’economia dell’incivilimento, volle pure adunar ciò che sparsamente aveva esposto riguardo all’andamento di questo ed alla storia dell’umanità. Accoppiando perciò la veduta fondamentale sull’incivilimento soggiunta alla logica del Genovesi, coll’applicazione positiva fattane nell’introduzione alla Ragion civile delle acque, compaginò l’operetta Dell’indole e dei fattori dell’incivilimento, con esempio del suo risorgimento in Italia.

Già il Vico e lo Stellini, volgendosi dall’arida scolastica dell’età loro al più vasto argomento che uom possa meditare, aveano spinto un guardo penetrante nella vita dei popoli; più positivo il Vico, più speculativo l’altro; questi abilissimo nel ritrarre i costumi delle prime età, sebbene non abbastanza sottile nell’assegnare i fondamenti della convivenza; il Vico errato nel non discernere sotto agli stessi nomi le differenti metamorfosi del pensiero e del costume, ma argutissimo nel valutare i caratteri mentali della prima età, e segnar le forme delle varie istituzioni e delle locuzioni loro positive