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538 | illustri italiani |
poteri; conflitto eccitato dagli stimoli, rattemprato dall’inerzia, perpetuato e predominato dalle incessanti urgenze della natura; modificato dallo stato retrogrado, progressivo o stazionario sì dei privati che della popolazione, senza mai discostarsi dalla continuità».
Mentre Bacone, rivolta l’osservazione a riformare le scienze naturali e le fìsiche, avea creduto non potessero collo stesso rigore cimentarsi le morali e politiche, essendo piuttosto appoggiate all’opinione1, il Romagnosi sostenne che queste hanno fondamenti non meno certi, e vanno trattate col metodo medesimo. E coll’esperienza interrogando l’oracolo della natura e de’ secoli, vide che nulla esiste o si fa in senso astratto e generico, ma tutto in senso unito e complesso, e che quindi la scienza, per riuscire feconda, deve esprimere le naturali relazioni, e ritrarre il modo stesso di essere e d’operare della natura. Così da speculativa rendeasi operativa; non solitaria meditazione del filosofo, ma spinta fra il movimento della società a temperarlo e dirigerlo; ed escluso affatto dall’amministrazione l’arbitrio dell’uomo, sottometteasi invece all’unico principio della necessità della natura.
Non sarà dunque a considerare la società in astratto, nè il diritto pubblico sarà più un’applicazione del diritto naturale. L’uomo, legato in società per fatto necessario di natura, non sarà contento d’un consorzio qualunque, ma di quello ove meglio concorrano le cagioni che sviluppino la cognizione, la volontà, il potere; il che non può ottenersi se non dove abbiavi unità d’interessi, disposta attivamente ad illuminare, a muovere, a render ogni uomo libero e forte nell’esercizio dei diritti e de’ doveri. Il Governo, costituito per dar unità alle singole forze, non potrà essere che una grande tutela, accoppiata ad una grande educazione, nè estenderà il suo impero su tutta l’attività dell’uomo e della società, ma solo dove importa proteggere la scambievole uguaglianza di facoltà, e dove le azioni isolate de’ singoli non bastano ad ottenere un dato effetto di necessità ed utilità comune: ovvero anche dove non sarebbe giusto che uno più che un altro particolare l’esigesse.
Di necessario diritto diventa quindi l’istruzione, che insegna a discernere i beni dai mali, le cagioni che li producono, e i mezzi
- ↑ .... Doctrinas, quæ in opinionibus hominum positæ sunt, veluti moralibus et politicis. Cogitata et visa.