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formi all’ordine di tale conservazione. Per quest’uopo continuamente intese ad unificare la politica e la morale col più rigoroso diritto; e a sottoporre l’arte di diriger i pubblici affari interni ed esterni al principio unico della necessità di natura, in modo che non si trovasse utilità che nella giustizia.


VI.


Per quest’opera alcuni regalarono al Romagnosi il titolo di creatore della filosofia civile. La cosa però e fin il nome sussistevano già, non solo in Hobbes e in Vico, ma fino in Platone1; merito suo è l’averne ravviato lo studio, ordinato, sviluppato. La riguardava egli siccome media tra la filosofia razionale e la scienza della legislazione; intenta a dar a conoscere le leggi necessarie di ragione e di fatto della vita civile, i veri dettami della pubblica cosa, i diritti e i doveri. Quattro grandi dottrine essa abbraccia: 1.° quella della ragione, che espone i poteri e le leggi fondamentali della moralità intellettuale umana, derivata e dalle osservazioni irrefragabili della coscienza e da logiche indubitabili deduzioni; 2.° quella dell’umanità, che espone il modo onde i popoli crearono il sapere ed i costumi; 3.° quella della civiltà, che espone l’indole e i mezzi co’ quali fu propagato e proceder può l’incivilimento; 4.° la dottrina del regime, cioè la teoria filosofica dell’ordine normale necessario, con cui si può e si dee praticamente effettuare e difendere la moralità negli individui, ne’ consorzj e ne’ governi.

La pace, la sicurezza, l’equità, si ottengono col perfezionamento morale, economico, politico degli uomini e delle nazioni, cioè coll’incivilimento. Ma non si può arrivarvi se non attraverso a tre distinte età, in cui hanno imperio sull’umanità in prima i sensi, poi la fantasia, da ultimo la ragione. L’incivilimento, dalla natura disposto, vien fe-

  1. Le opere di Hobbes sono intitolate Philosophia civilis, e il Vico nel Proloquium de Univ. jur. etc., dice: Philosophia.... quatenus agit de repubblica, de legibus, doctrina civilis appellatur, quæ per doctrinam de virtute, de justitia, de doctrina morali progignitur. Anche in Quintiliano troviamo civilis scientia (II, 15 al fine): ma più precisamente Isidoro, nel II Orig. 24, distingue la filosofia in ispettiva e attuale: l’ispettiva dividesi in naturale, dottrinale e divinale: «Actualis dicitur quæ res propositas operationibus suis explicat, cujus partes sunt tres, moralis, dispensativa et civilis. Civilis dicitur per quam totius civitatis utilitas administratur».