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34 | illustri italiani |
me chiami là dove agli innocenti si risponde»1, e Guido Guinicelli
Fagli per me un dir di paternostro,
Quanto bisogna a noi di questo mondo
Ove poter peccar non è più nostro2.
Anzi impone come dovere il suffragio:
Ben si dee loro atar lavar le note
Che portàr quinci, sì che mondi e lieti
Possan uscire alle stellate ruote3.
Già dicemmo della sua venerazione pei frati e pei santi Benedetto, Domenico, Tommaso, Francesco; e come riprovi coloro che a Picarda fecero violare il voto4, ed altre a cui «fu tolta di capo l’ombra delle sacre bende»; e intima:
Non prendan i mortali il voto a ciancia.....
Siate, cristiani, a muovervi più gravi
Non siate come penna ad ogni vento5.
Di Maria nessuno parlò con maggiore entusiasmo6. Del pontefice «a cui Cristo le chiavi raccomandò» del cielo7, professa l’infallibilità quando crede che «bastino a salvamento» i due testamenti e il pastor della Chiesa.
Non taceremo però come corresse voce ch’e’ fosse citato al Santo Uffizio, e qui si scagionasse con quel capitolo ch’è conosciuto col nome di Credo di Dante8. Quando il famoso Bartolo lo disse eretico, ne
- ↑ Purg. VIII.
- ↑ Purg. XXVI.
- ↑ Purg. XI.
- ↑
Questa sorte....
Però n’è data perchè fur negletti
Li nostri voti, e vuoti in alcun canto. Pd. III. - ↑ Parad V.
- ↑
Tu sè colei che l’umana natura
Nobilitasti, sì che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura. Pd. ultimo - ↑ Parad. XXIV, XXXII, 124.
- ↑ Nel codice della Ricardiana di Firenze è scritto «Qui comincia il trattato della