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498 | illustri italiani |
le storiche nè le sociali, bensì l’elevazione interiore e quello spirito di carità e rispetto filiale che si vorrebbe sempre nelle quistioni ecclesiastiche.
Presidente al concilio il Ricci, vicepresidente Giuseppe Paribeni professore dell’Università: il Tamburini ne fu promotore e anima, disse l’orazione inaugurale, e col Palmieri ebbe l’incarico di redigere i decreti. Si cominciò col recitare i salmi LXVIII Salvum me fac, e LXXVIII Deus venerunt gentes; del resto ogni passo fu dato sulle orme degli appellanti francesi. È superfluo dire che ciascun punto vi era discusso con gran varietà, e da taluni con un’audacia che strisciava all’eresia; e vi si faceano correzioni, emendamenti, proteste.
Nelle sette sessioni si dissertò sopra la natura e gli effetti della Grazia, accettando le dottrine che attribuivansi a sant’Agostino, e la fede esser la prima grazia, proposizione condannata dalla bolla Unigenitus: adottando, secondo Bajo e Quesnel, la distinzione dei due stati e due amori, l’impotenza della legge di Mosè, la dilettazione dominante della Grazia e l’onnipotenza sua, e la poca afficacia del timore. L’indulgenza assolve solo da penitenze ecclesiastiche, e il
Vedasi principalmente Istoria dell’assemblea degli arcivescovi e vescovi di Toscana. — Punti ecclesiastici, compilati e trasmessi da S. A. R. a tutti gli arcivescovi e vescovi della Toscana e loro rispettive risposte. Firenze, 1788. Al frontispizio è una stampa con figure simboliche, e al di sotto un genietto che tiene aperto un libro, sul quale è il titolo Enciclopedie. All’esposizione di tutte quelle infinite ordinanze, che quasi tutte concernono materie affatto ecclesiastiche, come messali, libri di preghiere, catechismi, massime di teologia morale e fin dogmatica, premette: «Furono ammirati i lumi del principe sopra l’ecclesiastica disciplina, e la di lui moderazione nel sottoporre all’altrui giudizio quello che egli poteva liberamente determinare come di sua piena competenza». Proemio, pag. 4. Fra le carte del Ricci, oltre il carteggio suo col granduca nel 1783, v’è un gazzettino dell’assemblea, manoscritto farcito di pettegolezzi. Inoltre molti scritti di accuse e discolpe per quel che si faceva nel sinodo. Contro del quale, fra tanti altri, scrisse Carlo Borgo di Vicenza gesuita, autore d’un Arte delle fortificazioni e difesa delle piazze, per cui Federico II lo nominò tenente colonnello. Premio satirico.
Nel 1769 viaggiò in Italia Agostino Gian Carlo Clement di Auxerre, uno de’ più ferventi missionarj delle opinioni giansenistiche, e vi incalorì i suoi partigiani; tra i quali Foggini, Bottari, Del Mare, Palmieri, Tamburini, Zola, Alpruni, Pujati, Nanneroni, Simioli conservaronsi seco in carteggio, e se ne hanno lettere nei 24 volumi che ne restano. Descrisse questo suo Viaggio in Italia ed in Ispagna (1802, 3 vol.) in modo goffo e vanitoso.