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476 | illustri italiani |
trasportare al Sant’Uffizio dell’Inquisizione, il quale sopra sua confessione lo condannò, e rilasciò alla giustizia di sua maestà.
«Avendo il reo, col mezzo dell’ipocrisia e della più raffinata malizia, conseguito di esser tenuto per santo e vero profeta da quella gente che, per divina promissione, non considerava i fondamenti sui quali sostentavasi la gran macchina di quella finta santità, si ridusse a divenir un mostro della maggiore iniquità che, non contento di aver ingannato i popoli ne’ dominj di questi regni, dai quali aveva estorto un capitale ben grande con pretesto di devozioni e di opere pie e con altre finzioni ed inganni, passò a spargere il più atroce veleno che aveva in cuore col fomentare discordie e sedizioni, e col profetizzare funesti avvenimenti ch’egli già sapeva che si stavano ideando e trattando in questa Corte».
Se il Malacrida avesse veramente scritto quelle stravaganze, sarebbe bisognato crederlo pazzo o rimbamdito, e avea ragione Luigi XV quando, al leggere quella sentenza, proruppe: — Sarebbe come se io volessi far inrotare quel povero matto che crede esser il Padre eterno»1.
Ma non par tampoco fosse pazzo: tutti i Gesuiti che ancora restavano ne celebrarono le esequie come di santo: Clemente XIII esclamò: — Ecco un martire di più nella Chiesa di Gesù Cristo»; ne fu difusa l’effigie con un’iscrizione che lo dichiarava vitæ sanctitate, rebus gestis, miraculisque clarissimus.... summis infimisque semper mire gratus ac venerabilis; soli invisus dæmoni, ejusque fautoribus et ministris.... religionis lege damnatus inter bonorum lacrymas et præconia, publico tamen omnium judicio absolutus. Il padre Maria Rodriguez ne scrisse in latino la vita nel 1762, sopra quanto sapeva direttamente, o raccoglieva da testimonj fededegni, e de’ quali riferisce i nomi. Il celebre latinista Cordara scrisse Il buon raziocinio, o siano Saggi critico-apologetici sul famoso processo e tragica fine del fu padre Gabriele Malacrida (1782). Il padre Homem, perseguitato esso pure dal Pombal e liberato allorchè questi cadde, stampò De tribus in lusitanos Jesu socios publicis judiciis dissertatio (Norimberga 1793), ove asserisce che l’opera sull’Anticristo era stata composta dall’abate Platel, famoso col nome di frà Norberto cappuccino, per infamare i
- ↑ Murr, Zeitung zur Kunstgeschichte. Questo protestante laboriosamente raccolse quanti documenti potè sopra i Gesuiti dopo la loro abolizione.