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sì son notizie che consolano»1. Ma il buon senso non era stato ancora spento affatto dal filosofismo, e altra volta egli diceva che l’eccesso del ridicolo e dell’assurdità s’aggiunse all’eccesso dell’orrore in quella condanna. Il noto Giuseppe Baretti, che allora, restituendosi dall’Inghilterra al patrio Piemonte, attraversò il Portogallo e la Spagna, descrisse quel supplizio coll’indignazione d’onest’uomo contro l’ingiustizia e la barbarie, e tanto bastò perchè gli fosse proibito di continuare la stampa delle sue Lettere famigliari, e ch’egli corresse per le bocche coll’orribile taccia di gesuitante.

Pel processo io mi valsi d’una traduzione italiana, stampata colla falsa data di Lisbona 1761. Gli atti originali conservansi nel tribunale de correiçao da Corte e casa; e non m’è capitato nessun processo del Sant’Uffizio, che fosse così brutalmente assurdo come codesto.

Tra le altre gofferie e crudeltà pubblicate all’occasione di quel supplizio, ho veduto una relazione portoghese, che conchiude «credersi non abbia confessata, morendo, la sua colpa, e preferito morire del supplizio cui era stato condannato dall’Inquisizione, perchè con questo spediente volle togliere al re la soddisfazione di farlo morire come capo della cospirazione contro di lui».

Nella Deduzione cronologica e analitica.... data in luce dal dottore Giuseppe de Teabra da Silva, procuratore della Corona di Portogallo, per servire d’istruzione sopra l’indispensabile necessità, ecc., al § 908 e seguenti è detto che, nel processo per l’assassinio del re, vien denunziato che la marchesa de Tavora fondava i suoi progetti di regicidio «nella mistica e ne’ consigli di Gabriele Malacrida; che altri della sua famiglia erano ispirati, o piuttosto pervertiti dalle dottrine e massime di lui; e che tutto era diretto dallo spirito e dai consigli del Malacrida». Anche il duca d’Aveiro assicura «del credito e reputazione di santità e di buoni consigli dei Malacrida in casa Tavora».

In essa Deduzione si aggiunge che, avendo il re di Portogallo proscritti, snaturalizzati e cacciati dai suoi dominj i Gesuiti, la Provvidenza volle mostrar visibilmente di averli abbandonati. Poichè, mentre essi, fuor di Portogallo, spacciavano per santo il Malacrida, questo mostro per ismentirli scriveva i due abominevoli libri che lo fecero

  1. Lettera alla contessa Luzelburg.