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474 | illustri italiani |
dallo Spirito Santo, con voce chiara e distinta; essergli soprannaturalmente annunciato vi sarebbero tre anticristi, padre, figlio, nipote; quest’ultimo nascerebbe a Milano il 1920 da un frate e una monaca; sposerebbe Proserpina, furia infernale; e altri delirj. Asseriva pure che sant’Anna fu santificata ancora in seno alla madre, e colà intendeva, conosceva, serviva Dio, avea fatto i tre voti monastici, al Padre di povertà, d’obbedienza al Figlio, di castità allo Spirito Santo: piangeva, e per compassione faceva piangere i cherubini e serafini che le teneano compagnia. In vita poi essa fu la più innocente delle creature, pregava Dio pei cherubini, acciocchè più sempre gl’infervorasse a servire la sua divina maestà. Il Malacrida vi raccontava molte particolarità della vita di Anna e della Beata Vergine, della quale Dio aveagli ordinato di esaltare la grandezza usque ad excelsum et ultra, nè esitasse a comunicarle gli attributi del medesimo Dio. Aggiungeva che i Gesuiti fonderebbero un nuovo impero di Cristo, scoprendo infinite nazioni d’Indiani. Quelle dottrine proferì e scrisse e difese davanti al tribunale del Sant’Uffizio, a cui erano state presentate le due opere, ch’egli riconobbe per sue.
All’eresia volle aggiungersi l’infamia del vizio, accusando questo vecchio settuagenario, rotto nelle fatiche delle missioni, d’abbandonarsi in carcere a oscene abitudini. Il Sant’Uffizio, dopo lungo processo fondato su tali assurdità, lo dichiarò «reo d’eresia, di bestemmia, di false profezie, d’empietà orribili, d’aver abusato della parola di Dio; d’aver oltraggiato la maestà divina insegnando una morale infame e scandalosa, scandolezzato col sostenere fin all’ultimo momento le pretese sue rivelazioni ed eresie»; pertanto lo consegnava, con morso e berrettone e col cartello d’eresiarca, alla giustizia secolare, chiedendo usasse con esso pietosamente, e non procedesse a pena di morte. E il 21 settembre 1761 a Lisbona, con cinquantadue imputati di simili fu strozzato, poi arso, secondo i desiderj del filosofo Pombal e cogli applausi di Voltaire.
L’accusa è tanto specificata, la sentenza tanto motivata, che il dubitarne parrebbe insensatezza se non fossimo in un tempo, ove tuttodì s’accettano le asserzioni de’ nemici, comunque assurde, purchè stampate, purchè spacciate francamente. Il Malacrida era gesuita: e però il filantropo Voltaire esclamava: — Corre voce sia stato arrestato il reverendo padre Malacrida. Ne sia benedetto Iddio.... Queste