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462 | illustri italiani |
voce lo esclamarono scomunicato; e il papa lo proferì decaduto dai regni di Germania e d’Italia, dispensò dal giuramento prestatogli, sospese i vescovi adunati a Worms, e spedì due legati per disobbligare popoli e principi dall’obbedienza. Fu un applauso generale tra’ Sassoni e Turingi, che, adottato per grido di guerra San Pietro, si prepararono a deporre Enrico. Visto il pericolo, questi (come fece Napoleone I dopo le sue sconfitte) scarcerò i principi e i vescovi che deteneva: ma già la lega contro di lui abbracciava tutta Germania; onde, avvistosi che l’esercito non basterebbe contro la volontà del popolo, scese a trattative; e si convenne di rimettere la causa al pontefice, dichiarando scaduto Enrico se, entro un anno, non fosse ribenedetto.
Il papa era dunque preso ad arbitro, cioè ad esprimere il voto della giustizia e della nazione. Il popolo romano reputavasi fonte della sovranità imperiale, che aveva conferita a Carlomagno, e che da esso ricevevano i successori di lui. Quindi il papa, anche qual primo magistrato elettivo dell’eterna città, restava in diritto, come di dare la corona, così di ritorgliela se l’eletto mancasse ai patti, de’ quali il principale era l’osservanza della religione cattolica e l’obbedienza alla Chiesa romana. Il pontefice era inoltre, nel diritto pubblico d’allora, il regolatore supremo dei doveri dei re come dei sudditi; sicchè facilmente consideravasi come d’origine apostolica anche il potere politico, che era non insito, ma acquisito. Il medesimo Enrico non dichiarò incompetente il papa; anzi, per non incorrere in nuove umiliazioni, risolse venire a chiedergli l’assoluzione prima che scadesse l’anno prefissogli.
Nello stridore del verno (1077) prese la via d’Italia, coll’oltraggiata moglie Berta e con un fanciullo. I nemici gli aveano chiuso ogni valico, fuor quello del Cenisio, ove dominava la marchesa Adelaide, unica figlia di Maginfredo di Susa, e madre di Berta moglie d’Enrico. L’illustre donna, che tanto contribuì all’incremento di Casa di Savoja, accolse benevola il regio genero, ma nol lasciò progredire se non le cedeva cinque vescovadi d’Italia; ottenutili, gli venne anch’essa compagna.
Lietissime accoglienze ebbe il re in Lombardia, vuoi dall’alto clero, uggiato dalle papali riforme, vuoi dai baroni, bisognosi dell’appoggio imperiale per opporsi ai popoli che anelavano alla libertà. Nella restante Italia, i Normanni appoggiavano Gregorio, sì per lealtà feu-