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458 illustri italiani

in mano il papa, e propria dei tempi, come n’era propria quella potenza.

Fin dai primi secoli del cristianesimo, la scomunica, oltre escludere dalla sacra mensa e dalle benedizioni, produceva la proibizione di abitare, mangiare, discorrere col reprobo, e traeva anche conseguenze civili, come di rimoverlo dagli impieghi, dalla milizia, dai giudizj. Lentata la devozione, bisognò crescere lo sgomento delle scomuniche con riti e formole tali, da spaventare la prepotenza armata; gettavansi a terra candele ardenti, imprecando che a quel modo si spegnesse ogni luce al maladetto; alcuna fiata fu persino scritta la sentenza col sacrosanto vino. Qualora poi si trattasse di un potente, veniva interdetta la città o tutta la provincia dov’egli aveva abitazione o dominio: credendo il papa aver da Dio il potere di sospender a suo grado la vita delle nazioni quando la vita civile non distinguevasi dalla religiosa.


    I vescovi degli Stati Uniti, raccolti nel V Concilio di Baltimora, mandarono al papa un indirizzo ove de’ loro avversarj dicono: — Sforzansi ispirare sospetti contro i loro fratelli cattolici che versarono il sangue per la libertà di questo paese: pretendono che noi siamo sotto il dominio del papa per le cose civili e politiche, e che così dipendiamo da un sovrano straniero.... Molti di noi dichiararono vigorosamente e con giuramento che il papa non esercita verun potere civile; e questa dichiarazione fu benissimo accetta da Gregorio XVI». Vedasi M. Affre, Essai sur la suprématie temporelle du pape, 1829. Questi, contro il La Mennais, dimostrò che la bolla di Bonifazio VIII è stata abrogata pochi anni dopo da Clemente V in quanto diceva che la podestà temporale fosse sottomessa alla correzione della potenza spirituale.
    Francesco Suarez, al quale il Grozio non sapea trovar l’eguale per acume filosofico e teologico, dimostra che sentimento comune de’ giureconsulti e teologi era che il potere dei re vien loro da Dio per mezzo del popolo, e ne sono responsali non solo a Dio, ma anche al popolo. Un predicatore davanti a Filippo II a Madrid, avendo pronunziato che «i sovrani hanno potere assoluto sulla persona e i beni de’ sudditi», l’Inquisizione lo processò, e condannollo a penitenza e a ritrattarsi, dicendo dal pulpito che «i re non hanno sui loro sudditi altri poteri se non quelli accordati loro dal diritto divino e dall’umano, e nessuno che proceda dalla loro volontà libera e assoluta». Vedi Bulmès, Il protestantismo paragonato al cattolicismo.
    Varj trattatisti di diritto canonico spinsero molto più innanzi i diritti papali. Lo stesso Pallavicino nella IV del Concilio di Trento, lib. IV, dice «che anzichè sussidio, recarono nocumento all’autorità pontifìcia; onde la Congregazione de’ cardinali e prelati deputata da Paolo III alla riforma della Chiesa, proferì che «tutti i disordini erano sorti dall’avere i pontefici prestato fede all’adulazione di certi che magnificavano in loro una podestà sterminata, non come di ministri, ma di signori nell’esercizio delle chiavi; sicchè il lecito ed il voluto non si distingue».