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La legge di perfezione del cristianesimo reagisce dalla Chiesa nella società. Soffrendo e combattendo, la Chiesa tendeva senza posa ad assimilare quanto le sta dattorno, a conquistare i conquistatori, essa che sola avea nozioni ben determinate sui Governi e sulla moralità, che non guardava le nazioni ma gli uomini, e li proclamava eguali perchè tutti creature di Dio; liberi, perchè tutti servi ad un signore non terreno. Sentì ella quanto importasse incivilire la Germania, per arrestare l’onda dei Barbari che da tanti secoli rompeva sopra la indifesa Europa, laonde la introdusse nella società, come non era riuscito alla Roma degli Augusti; le inviò arti e lettere con missionarj che s’avanzavano senz’altro armi che la virtù, gli esempj, l’amor del bene. Che importava alla Francia quel che facessero la Danimarca o la Croazia? ma Roma ne prendea pensiero; spediva legati e nunzj prima che si usassero ambasciadori: spediva giudici, e stabiliva tribunali di nunziatura là dove conosceasi unico diritto la spada; dettava leggi comuni dove tutte le scomponeva il feudalismo; collocava dappertutto una milizia permanente di pace e di lavoro. I nuovi regni per costituirsi chiedeano la benedizione di Roma, volontieri prestandole un omaggio di pura devozione, che legittimava il loro dominio e li garantiva da pretensioni altrui.
Così il sacerdote dominava colla doppia clientela della fede e dell’interesse; e se la Chiesa non potè sradicare le inumane guerre di mezzo ai Cristiani, vide però popoli feroci e irrefrenati sottomettere i loro litigi al suo inerme arbitrato; pose termine alle invasioni coll’affiggere i Barbari al terreno dove aveva edificato la chiesa e il vescovado; insegnò a coltivare la terra, rispettare la vita dell’uomo, affezionarsi alla cattedrale, al convento che divenivano patria e focolaj
Cantù, — Illustri Italiani, vol. I. | 28 |