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un viaggio, in cui dicevasi salvato per opera d’Ovidio da una selva diversa, dove avea smarrito il gran cammino1.

Ben sarebbe meschino chi imputasse Dante di plagio. Quante Madonne col Bambino avea sgorbiate l’imbianchino del villaggio, prima che la dipingesse Raffaello! Dante vi era portato dai tempi e dalle credenze universali; e il libro più comune e quasi unico del medioevo gli somministrava queste allegorie e le visioni, e perfino le tre fiere che l’impediscono al cominciare dell’erta2.

I poeti de’ nobili e delle corti amavano una certa ricercatezza che distinguesse i loro canti dalle poesie popolari. Quindi enigmaticamente si esprimevano i più illustri Trovadori, e in quel che chiamavano stile clus o car, coperto o prezioso, come i minessingeri del Nord lo chiamavano oscuro o recondito (ólióst, folgit).

La predilezione di Dante pei concetti simbolici trapela da tutte le opere sue. Conobbe Beatrice a nove anni, la rivide a diciotto alla nona ora, la sognò nella prima delle nove ultime ore della notte, la cantò ai diciotto anni, la perdè ai ventisette nel nono mese dell’anno giudaico; e questo ritorno delle potenze del numero più augusto gli indicava alcun che di divino3, come il nome di lei parevagli cosa di cielo, aggiuntivo della scienza e delle idee più sublimi; onde la divinizzò come simbolo della luce interposta fra l’intelletto e la verità.

Talmente la visione è forma essenziale dell’opera di Dante, che fu applicata anche a lui morto, e si disse che, otto mesi dopo la tomba, foss’egli apparso a Pier Giardino ravignano per indicargli dove stessero riposti gli ultimi tredici canti del poema, di cui in conseguenza la terza parte fu pubblicata solo postuma.

  1. Pensando a capo chino
    Perdei il gran cammino,
    E tenni alla traversa
    D’una selva diversa
    Io v’era sì invescato,
    Che già da nullo lato

    Poteva muover passo.
    Così fui giunto lasso
    E messo in mala parte,
    Ma Ovidio per arte
    Mi diede maestria,
    Sì ch’io trovai tal via.

  2. Geremia, capitolo V, vers. 6: «Percussit eos leo de sylva; lupus ad vesperum vastavit eos; pardus vigilans super civitates eorum; omnis qui egressus fuerit ex eis capietur, quia multiplicatae sunt prœvaricationes eorum, confortatæ sunt ad versiones eorum».
  3. E’ dice esplicitamente che Bice è un 9, cioè un miracolo cui radice è la santissima trinità.