Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/357


napoleone 335

forza sono la bontà dei re, che non bisogna confondere colla bontà di uomini privati. Aspetto d’udire quanti beni avete confiscati in Calabria, quanti insorgenti giustiziato. Niente perdono. Fate passar per l’armi almeno seicento insorgenti, bruciar le case dei trenta primarj d’ogni villaggio, e distribuite i loro averi all’esercito. Mettete a sacco due o tre delle borgate che si condussero peggio; servirà d’esempio, e restituirà ai soldati l’allegria e la voglia d’operare»1. Il Codice penale, decretato nei giorni suoi più pomposi, è feroce come un regolamento di Polizia fatto per reprimere i ladri, i malcontenti, i preti; prodigandovi morte, marchio, confisca, con prigioni di Stato che detengono senza processo; con bandi e relegazioni; con commissioni speciali, oltre le esecuzioni compendiose dei consigli di guerra.


XV.


Ma la forza vera è la forza morale; e se egli era stato onnipotente allorchè combatteva a nome della libertà, ora contro di lui elevavansi la libertà e l’indipendenza. Inghilterra proclamava la libertà del commercio; Germania la libertà dei popoli; Spagna l’indipendenza; Russia la nazionalità; gli stessi re da lui creati, sentendosi meri fantocci in sua mano, pretendeano fare da sè, e badare al meglio dell’acquistato paese: e poichè egli esigeva che tutto si sacrificasse alla gloria di lui e della Francia, o rinunziavano come Luigi, o cospiravano come Murat, o doveano, come Giuseppe in Ispagna, menar guerra incessante co’ proprj sudditi.

Oltraggiate le coscienze, sparnazzate le vite, conculcate le franchigie, straziate le nazionalità, ridotto a vergognosa bassezza il sentimento popolare, dalle ruine di cui sparse il mondo vede risuscitare l’idolo che egli avea sepolto; i Carbonari in Italia, il Tugenbund in Germania, le Cortes in Ispagna; letterati e preti dapertutto allestiscono la guerra, a cui i re non s’arrischiano; la Germania risponde al grido patriotico della Spagna, e società segrete, e bande e comitati di studenti, e scritture e poesie incalorano la guerra popolare, dacchè erasi riconosciuta insufficiente la guerra regia. Napoleone, spinto dalle sue ambizioni, si guasta anche col solo re che rispettava e temeva,

  1. Corresp. du roi Joseph, tom. XI, pagine 121, 127, 230, 412, 417, 418, ecc.