Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/355


napoleone 333


Però i grandi generali perivano; i veterani della repubblica erano morti o invecchiati e Napoleone dovette supplirvi con immensa artiglieria; 1400 cannoni vi voleano pe’ suoi 300,000 combattenti, sicchè guai al caso d’un disastro, ove le altre armi non basterebbero a difender quel materiale. Quelle centinaja di bocche da fuoco, alle quali diede portentosa mobilità, divoravano quella che inumanamente egli chiamava carne da cannoni.

I suoi parenti stessi che creava re, volea servi. Il 28 agosto 1810 la moglie scriveva a re Giuseppe: — Ho profittato del momento per parlar all’imperatore della tua penosa situazione. Dopo un colloquio di quasi due ore, nulla ottenni che possa acquietarti. Ho adoperato tutti i ragionamenti che seppi per cavarne qualcosa che potesse porgerti speranza d’un avvenire più felice. L’imperatore non avendomene dato lusinga, gli chiesi come un favore di lasciarti viver in quel luogo di Francia che gli piacesse, mi rispose che eri re, e re dovevi morire.... Insomma non c’è da sperare».

Luigi, abdicato al regno d’Olanda, e ricoverato a Roma dopo la caduta di Napoleone, dirigeva alla Francia un’ode ove diceva:

               Je ne vis l’Italie antique,
                    Berceau de mes nobles aieux,
                    Que sous l’aigle patriotique
                    De nos Français victorieux.
                    Alors que pour une couronne
                    Je dus échanger mon pays,
                    En pleurant je reçus le trone,
                    Je le crus trop cher à ce prix.
               Flatteurs, zoïles ou faussaires,
                    Triomphez, auteurs valeureux;
                    Couverts des armes étrangères
                    Outragez un nom malheureux....
                    Je gémissais sous la puissance
                    Qu’on vous vit long temps égarer.
                    Ah! quand le deuil couvre la France
                    Mon seul triomphe est de pleurer.

Ne seguì un’immensa incredulità nel popolo. Thiers racconta che il Moniteur era talmente caduto di credito, che l’imperatore non vi faceva neppur più inserire i bullettini della campagna di Russia,