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napoleone | 331 |
nessioni per conservare le frontiere naturali, sì ben munite dalla natura e dalle fortificazioni di Vauban, il Direttorio pensò uscirne, e per la funesta idea della propaganda democratica, non volle veder nei vicini, fossero monarchia o principato, vescovado o repubblica, che un annesso necessario alla repubblica una e indivisibile. La neutralità secolare e protettrice della Svizzera fu violata, abbattutane la costituzione, come si fece colle repubbliche batava, cisalpina ligure, poi con tutta Europa durante l’epopea imperiale. — Mia missione (diceva Napoleone) non è solo governar la Francia, ma sottoporle il mondo; altrimenti il mondo la schiaccerebbe». Con tale persuasione, sovverte e confonde popoli e abitudini; manda Italiani a scannare Spagnuoli, Vandeani a trucidar Calabresi, Spagnuoli ad assediar Danzica, Polacchi a soggiogare San Domingo; innesta e fonde popoli nuovi e vecchi, lingue, costumi, simpatie, in una pretesa unità, sotto ferree leggi; d’una repubblica forma un regno; annichila i piccoli Stati, che furono sempre barriera al dispotismo; distrugge tutte le repubbliche, Genova, Venezia, Lucca: la Svizzera riduce unitaria, dopo diminuita od occupata; alle città Anseatiche toglie l’indipendenza; spegne i principati ecclesiastici della Germania, gli altri sottrae all’Impero germanico; asside suoi parenti sui troni donde sbalzò le vecchie dinastie, poi questi nuovi re vuol che siano suoi satelliti.
— Importa alla sicurezza de’ nostri Stati che le piazze forti dell’Olanda siano in mano di persone, sulla cui devozione non resti dubbio»; e in conseguenza fa dell’Olanda un regno per suo fratello. Passa il Reno protestando che non è per ingrandimento, ma per difesa; che Cassel, Kiehl, Wesel, Flessinga.... son necessarj complementi delle fortificazioni di Strasburgo, Magonza, Anversa; che quel paese era ancora Francia, perocchè è l’alluvione del Reno. Alfine non dissimula, e — Nuovo ordine di cose stringe l’universo; nuove garanzie essendomi divenute necessarie, l’annessione all’Impero delle bocche della Schelda, della Mosa, del Reno, del Weser, dall’Elba mi parve la prima e più importante misura, comandata dalla necessità; e che appoggia al Baltico la destra delle frontiere del mio Impero». Da Bajona scriveva all’arcicancelliere Cambaceres l’11 maggio 1808: — Troverete qui unito un senatoconsulto per riunire Parma, Piacenza e la Toscana alla Francia. Lo presenterete al consiglio privato, e quando sarà deliberato, lo porterete al senato. Gli oratori diranno