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328 | illustri italiani |
a Savona poi a Fontainebleau; e i cardinali imprigionare o relegare.
Allora comincia quella lotta, dinanzi a cui i prepotenti si fiaccarono sempre. Il papa non vuol più istituire i vescovi; protesta prima, infine scomunica il violento; un sinodo, raccolto da Napoleone a Parigi, non osa mettersi in contraddizione col suo capo; i fedeli ricevono dai vescovi lezioni di coraggio1, e Napoleone si duole di tener i corpi soltanto de’ sudditi, e — Alessandro ha potuto dirsi figlio di Giove, ed esser creduto; io trovo un prete più potente di me, perchè egli regna sugli spiriti, io soltanto sulla materia». Dicono che, quando Napoleone, dopo falliti tutti i rigori, usava tutte le carezze e le seduzioni onde persuadere Pio VII a cedere alle sue volontà, esponendogli il gran bene che ne verrebbe alla religione, quegli l’ascoltasse persuaso ch’era tutta astuzia, e a mezza voce esclamasse — Commediante.
Se si consideri come Napoleone avesse avuto il tempo di alienar da sè la Chiesa che aveva rialzata, ma non il tempo di diroccarla; che battendola la consolidò; che la liberò colla sua caduta, ammirasi la Provvidenza che, traverso a vicende così meravigliose, a volontà così risolute, ha voluto chiarire come la Chiesa non deve nè fidarsi al favore, nè scoraggiarsi all’ostilità di qualsiasi potente. Chi più potente di Napoleone?
- ↑ E una lezione ne cavava Cesare Balbo, allora impiegato nella cancelleria francese a Roma. — Gli esempj di quel coraggio civile, unico allora in Italia; quel resistere, quel protestare, e non riconoscere e non ceder mai di quel papa, quei cardinali, quei prelati, quei preti allora così disprezzati, mi rivelarono la vigoria di quell’istituzione, cadente in apparenza; furono il seme di quelle opinioni papaline, le quali mi furono sempre rimproverate, e nelle quali mi confermai tanto più, quanto più le studiai. A tutti poi, all’Italia e al mondo, quel fatto momentaneo può servire d’insegnamento ben altrimenti importante. Napoleone, al sommo della sua immane potenza, non riuscì a distruggere la piccola, la vilipesa potenza temporale del papa se non per cinque anni. E quegli anni furono quelli della sua debolezza, dei suoi errori, della sua decadenza, della sua perdizione».
Tornata 28 febbrajo 1848 del parlamento subalpino. La più ampia esposizione di questi fatti si trova in Haussonville, L’Eglise romaine et le prémier Empire. Parigi, 1868.