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bile fu disobbedire, e in tutta Francia non s’udi che l’eco della sua voce; come la gloria, così la parola apparteneva ad un uomo solo. Quando Augusto Di Stael lo supplicava pel richiamo di sua madre, promettendo ch’essa non s’impaccerebbe più di politica, — Sì (proruppe l’imperatore), non più di politica! Non è forse un impacciarsene quel parlar di morale, di letteratura, d’ogni altra cosa al mondo?»1.


    Poi il 1.° luglio.
    «Vorrei che i redattori de’ giornali conservatori fossero persone ben affette e provedute di buon senso, per non metter notizie contrarie alla nazione. Bisognerebbe che lo spirito di questi giornali fosse diretto nel senso di bersagliare l’Inghilterra nelle sue mode, suoi casi, nella sua letteratura, nella sua costituzione».
    Il 12 giugno 1805 al Beauharnais vicerè d’Italia:
    «La censura annichila i giornali. Bisogna dichiarare che il Governo non può rispondere delle sciocchezze ch’essi possono dire, ma che i giornalisti ne risponderanno personalmente. Non mi dissimulo che questo provvedimento ha qualche sconcio, ma anche nel vago della libertà della stampa c’è qualcosa di cui bisogna trar profìtto. E benchè intenzion mia non sia di lasciar ai giornali la libertà che vi lascia la costituzione inglese, non voglio però sia regolamentata, come si fa a Vienna o a Venezia. Bisogna che possano mettere qualche articolo vago contro di questa o di quella Potenza, e che agli ambasciadori si possa rispondere: — Presentate una querela; vi si darà corso davanti ai Tribunali e si farà renderne conto».
    Allo stesso da Parigi, 7 febbrajo 1808.
    «Portalis mi fe conoscere l’esistenza di varj giornali ecclesiastici, e gl’inconvenienti che possano risultare dallo spirito con cui sono redatti, e massime dalla diversità di opinioni in materia religiosa. In conseguenza, intendo che tutti i giornali ecclesiastici cessino, e siano uniti in un solo, che assumerà tutti gli abbonati. Questo giornale, dovendo servire specialmente all’istruzione degli ecclesiastici, s’intitolerà Giornale de’ Curati. I redattori ne saran nominati dal cardinale arcivescovo di Parigi».
    Il 12 dicembre 1806 al ministro dell’interno:
    «Les journaux actuels ne critiquent pas dans l’intention de dégôuter la médiocrité, de guider l’inexpérience, d’encourager le mérite naissant. Tout ce qu’ils publient est fait pour décourager, pour détruire.... Il faudrait un bon journal, dont la critique fut éclairée, bien intentionnée, impartiale, et depouillée de cette brutalité injurieuse qui caractérise les discussions des journaux existans, et qui est contraire aux véritables moeurs de la nation»

  1. Napoleone da Mosca, l’11 ottobre 1812, a Montalivet ministro dell’interno che gli sottometteva una decisione della censura per proibire un’opera storica che intaccava un membro della famiglia reale d’Inghilterra, rispondeva: — Non approvo l’andar che prende la censura. Mia intenzione è che si lasci piena libertà alla stampa, che non vi mettano impacci, che basti impedire gli scritti osceni, o che tendono a
CantùIllustri italiani, vol. I. 21