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318 illustri italiani

abboccamento a Tilsit coll’imperatore Alessandro, dove conchiudono una pace (9 luglio), nella quale i due ambiziosi spartivansi il mondo.


X.


Qui è l’apogeo di Napoleone; egli solo empie la scena, testè occupata da un’intera generazione, e qui volentieri deporrebbero la penna i suoi panegiristi. Perocchè, se stupende furono le sue prime vittorie, cessano di esserlo dacchè avea sottomano tanti mezzi, tanto fascino, nè più valutava quante migliaja d’uomini sacrificasse. Se prima combatteva in nome della libertà e dei diritti dell’uomo, or si muove per sola ambizione personale; più non parla di popoli; non intende più ragione, non moderatezza.

Volete vedere a che fossero sotto Napoleone la vita morale della Francia e dell’Europa, i diritti degli uomini e di Dio? non guardate i bullettini, il Memoriale, i panegiristi, nè tampoco gli storici, ma la sua corrispondenza, i decreti, le leggi; non osservatelo sui campi, ma nel gabinetto; non colle leggende ma coi fatti. E apparrà ch’egli volea toglier alla Francia le libertà politiche; all’Europa la libertà di governo e di nazione; alla Chiesa la libertà delle anime. Alla banda immonda de’ rivoluzionarj surroga l’esercito, che può tutto, ma che ha un padrone: e le nazioni tratta come reggimenti, ai quali intima Avanti! o Fermate! calca la mano di ferro su Amsterdam come su Parigi, su Amburgo come su Roma: tutto distruggendo per tutto spianare. Chiamava i Francesi la gran nazione, e gli adoperava come stromento per abbatter le grandi idee, in guerre ingiuste, conquiste odiose, spogliazioni inique, erezione di nuovi troni sui rottami dei vecchi, insolenza rapace di vincitori, opposizione al movimento liberale, a quanti volevano la pace e la nazionalità.

Tutti gli ordigni costituzionali, di cui pur avea conservato almeno le apparenze, erangli balocchi, che spezzava non appena divenissero meno obbedienti. Ha veduto il governo di Luigi XVI perire per debolezza, ed egli vuol la forza: ha veduto i teorici piantar sistemi inetti, ed esacra gli ideologi. La costituzione dell’anno VIII avea posto «Un solo deve agire, molti deliberare»; ed egli agiva e deliberava da solo, secondo la teorica giacobina, con indifferenza sulla scelta dei mezzi, e sprezzo dei diritti acquisiti. Mentre egli poteva