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napoleone 295

campagna ove si trattava di mutare la difensiva in offensiva, e invadere il territorio austriaco, affinchè le truppe repubblicane, sprovvedute di vestiti e denari, potessero vivervi a spese altrui. In quell’impeto che non bada alle possibilità, parea convenisse marciare difilato sopra Vienna, e finire d’un colpo la guerra; ma i prudenti lo ravvisavano un sogno. Buonaparte, consultato, propose d’andarvi per la via d’Italia; qui s’avrebbe campo a vittorie sicure, qui messe d’amici e di denari; indi per le Alpi si potrebbe penetrar nel cuore dell’Austria, e obbligarla alla pace, dopo avere acquistato provincie, che si cederebbero in cambio de’ Paesi Bassi, arrotondamento necessario alla Francia. Secondo tale concetto, il generale Scherer era stato spedito verso le Alpi, e respingendo i Piemontesi, ne avea raggiunte le vette. Ma le costui campagne sistematiche mal soddisfaceano l’impetuosità di allora; fors’anche ne esageravano l’inettitudine coloro che voleano succedergli: fatto è che Buonaparte gli fu surrogato col titolo di generale in capo; ed egli partendo prometteva di ardire assai; colpire l’Austria, anima di tutti i principi d’Italia; eccitare contro di essa il sentimento nazionale italiano, e così schiacciarla. — Fra tre mesi (conchiudeva) o sarò di ritorno a Parigi, o vincitore a Milano».

Inutile dire che Buonaparte non avea voluto di quelle bande nè di quelle leve in massa, che gli adulatori della plebe asserivano aver salvato la Francia ne’ suoi maggiori pericoli, ma che e i buoni generali e le savie amministrazioni sempre considerarono come un flagello dei popoli e un impaccio degli eserciti.

A Nizza trovò 36,000 Francesi, o, come allora chiamavansi, Giacobini, in condizione deplorabile, senza cavalli, nè vesti, nè denaro, nè provvigioni, ma coraggio, costanza, ardore repubblicano, con valenti capitani, quali Massena, Augereau, Serrurier, Berthier, Miollis, Lannes, Murat, Junot, Marmont, tutti destinati a vivere nella storia quanto gli eroi dell’Iliade. Buonaparte smette con essi le famigliarità repubblicane e il tu caratteristico: si atteggia qual capo, benchè sia il più giovane; distribuisce ai generali quattro luigi ciascuno, e ai soldati dice: — Voi mal pasciuti, voi mal vestiti; e il Governo che tutto deve a voi, nulla per voi fa. Io, io vi condurrò nel paradiso terreste; colà piani ubertosi, grandi città, laute provincie; colà v’aspettano onore, gloria, amori, ricchezze».

Era il linguaggio di Alarico e di Alboino.