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258 | illustri italiani |
plaudito all’atto di Marcantonio. Cesare indispettito li cassò della carica.
Cajo Crasso Longino dalla fanciullezza aborriva la tirannide a segno, che udendo Fausto figlio di Silla vantarsi dell’illimitata potenza di suo padre, lo prese a schiaffi; e chiamato dai parenti di quello, non che cercarsi scuse, protestò gliene darebbe di nuovi se osasse ripetere simili discorsi. Contro Cesare pigliò particolare nimicizia perchè gli avesse preferito Bruto nella pretura e tolto alcuni leoni con cui voleva ingrazianirsi il popolo. Dal privato rancore infervorata la naturale ambizione, se l’intese con altri scontenti, ed ebbero l’abilità di coprire le loro macchinazioni coll’autorevole nome di Marco Giunio Bruto.
Questo giovane era contato fra’ più bei dicitori; scriveva latino e greco con una concisa purezza, che poco aggeniava Cicerone, il quale di rimpatto pareva prolisso e snervato a Bruto; di belle lettere, di storia, massime di filosofia sapeva quel che n’era; allevato nelle massime platoniche, per secondare suo zio Catone piegò alle stoiche, donde apprese ad indurirsi a sacrifizj e a violente abnegazioni. Pompeo gli uccise il padre; ed egli, per non parerne sviato da ira personale, abbracciò la causa di esso: vero è che fu l’ultimo a raggiungere e il primo ad abbandonare il vessillo repubblicano, e dopo Farsaglia cercò ricovero nel campo nemico. Cesare che, per la lunga dimestichezza avuta con Servilia madre di lui, lo riguardava quasi proprio figliuolo1, esultò di vederlo salvo; e non che perdonargli, gli affidò l’importantissimo governo della Gallia Cisalpina, ove meritò dai Milanesi una statua. Passionato degli studj, non seppe per essi distogliersi dalle agitazioni politiche; ma nè questa nè quelli il faceano trascurato degli interessi, giacchè ne’ governi lavorò forte d’usura. Pure tutti i partiti lo desideravano, e più dacchè erano periti i capi più rinomati; e se il vincitore lo blandiva, i vinti rammentavano che, al dire del genealogista Pomponio Attico, discendeva da quell’antico Bruto, la cui statua sorgeva fra quelle dei re in Campidoglio; e fatto genero di Catone, voleva imitarlo per austerità di
- ↑ Il fare Bruto figlio di Cesare è uno spediente de’ tragici, che hanno bisogno d’esagerate situazioni. Bruto nacque nell’85 avanti Cristo, cioè quando Cesare finiva appena quindici anni; il quale ne contava quarantasette al tempo de’ suoi amori con Servilia, e cinquantasei quando fu assassinato.