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della vittoria; e ben capì che la guerra non era compiuta. Le flotte di Pompeo padroneggiavano i mari, assediavano le sue galee a Messina; Egitto, Africa, Numidia, il Ponto, la Cilicia, la Cappadocia, la Galazia poteano surrogare nuove forze alle sbaragliate: senonchè Pompeo, avvilito la prima volta che la fortuna gli fallì, più non confidava che nella fuga. Da Larissa passa nella val di Tempe, poi incalzato senza posa da Cesare, consiglia gli schiavi di presentarsi a questo con fiducia, s’imbarca per chiedere asilo a Tolomeo Dionisio, giovane re d’Egitto, cui il senato avealo destinato tutore. Per quanto amici e moglie lo sconsigliassero, scese soletto nello scalmo speditogli dal regio pupillo: ma a questo i governanti aveano persuaso che, invece d’inimicarsi Cesare fortunato ed imminente, si acquistasse la grazia coll’uccidere Pompeo; il quale in fatti alla vista de’ suoi fu assassinato.

Questo Tolomeo Dionisio era fratello e fidanzato di Cleopatra, eredi di Tolomeo Aulete, che avea dai Romani comprato il titolo di re d’Egitto. Cleopatra, venuta in dissensione col fidanzato, rifuggì nella Siria, levando truppe (48 av. C.), nel tempo appunto che Cesare, vincitore a Farsaglia, sbarcava ad Alessandria. Questo, non che saper grado a Tolomeo Dionisio del vile assassinio di Pompeo, pretese il residuo della somma promessa dall’Aulete per ottenere il titolo di re, e che fosse rimessa al suo arbitrio la querela dei fratelli. La bella Cleopatra, nottetempo penetrata nella camera di Cesare, lo dispose tutto in suo favore.

A Tolomeo parve leso il diritto sovrano, e gridandosi tradito, ammutinò il popolo. Cesare, con pochissima truppa in mezzo d’una città abituata alle sommosse, sostenne un assedio, piuttosto che cedere Cleopatra; perchè la flotta non cadesse in mano degli Alessandrini, v’appiccò il fuoco, il quale s’apprese all’arsenale, di là alla biblioteca, riducendo in cenere cinquecentomila volumi raccoltivi dai Tolomei. Giuntigli poi soccorsi, domò i tumultuanti, ed essendosi Tolomeo annegato nel Nilo, Cleopatra fu salutata regina d’Egitto.

Il vincitore logorò alcun tempo in trionfali sollazzi e nell’amore di costei, ch’erasi posta in tutela, cioe in arbitrio di lui; con essa s’imbarcò sul misterioso Nilo, col seguito di quattrocento vele visitando il curioso paese; poi balzando dalla voluttà all’impeto guerriero, avventasi incontro a Farnace (47 av. C.) re del Ponto, che della guerra civile aveva profittato per ricuperare ed estendere i