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238 | illustri italiani |
il più disperato; abbandonar Roma senza tampoco levarne il tesoro, e ritirarsi a Capua dichiarando ribelle qualunque senatore o magistrato non lo seguisse. Nella sua vanità potè credere lo seguissero quei che fuggivangli dietro, e lasciava che gli adulatori mettessero in canzone Cesare ed asserissero che il solo nome del Magno basterebbe a sbigottirlo.
Ma Cesare colla sua portentosa alacrità1 s’avvicina; oggi il corriere porta ch’egli prese Arezzo, domani Pesaro, poi Fano, poi Osimo; in tutto il Piceno è accolto a braccia aperte; solo Corfinio è difeso da Domizio che il senato gli avea sostituito nel comando della Transalpina; ma le trenta coorti di guarnigione non tardano ad aprir le porte al vincitore, che perdona ai senatori ivi côlti e a Domizio stesso, dicendo: — Io non vengo a far del male, ma a rimettere ne’ diritti e nella libertà il popolo romano, soverchiato da un branco di ricchi»; restituì perfino sei milioni di sesterzj trovati nella cassa militare, e scriveva agli amici: — Diamo l’esempio d’un nuovo modo di vincere; ed assicuriamo la fortuna nostra colla clemenza e l’umanità».
Il trionfo e più il perdono sbigottiscono Pompeo, che si ritira a Brindisi nell’estremità meridionale dell’Italia; ma Cesare, ingrossato da cerne italiane, lo raggiunge, l’assedia: se non che, avanti sia chiuso anche il porto, Pompeo fugge verso l’Oriente, lasciando il campo all’emulo che, in sessanta giorni conquistata l’Italia senza sangue, cavalca sopra Roma.
Simulando rispetto a quell’antiquata legalità che il suo brando spezzava, non entra in città, ma accampa ne’ sobborghi; il popolo esce in folla ad ammirare e festeggiare il sommo capitano: e i tribuni ricoverati al suo campo ne magnificano i meriti, e inducono i pochi senatori rimasti a venir ascoltare l’arringa, in cui egli giustifica il suo operato, rianima le speranze, cheta le paure, e consiglia a mandar persone credute per indurre alla pace Pompeo e i consoli; tutto allo scopo di riversar la colpa sopra il nemico.
Un tesoro erasi accumulato per difendere contro dei Galli fin dai