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220 | illustri italiani |
indugiare finchè al re non avesse presentato il libro, del quale tanto si parlava ancor prima che comparisse. E il Radicati, datovi l’ultima mano, lo spedì a Torino.
Ma ecco il ministro intimargli che sua maestà era indignata gli avesse spedito uno scritto siffatto, e che non potrebbe più conservare seco relazione: i beni suoi, come di nobile migrato senza consenso regio, furono confiscati.
Il libro, stampato a Rotterdam, 1736, col titolo Receuil de pièces curieuses sur les matières les plus intéressantes, sostiene dodici proposizioni: 1° Il principe dee aver libera la collazione degli arcivescovadi, vescovadi, badie, parrocchie, e disporne a suo talento come i re di Francia: nominare inoltre i provinciali, priori, superiori degli Ordini religiosi, o rimuoverli. 2° Determini egli il numero de’ preti e dei frati di ciascun Ordine, monastero, collegio. 3° Incameri tutti i beni e le rendite della Chiesa e degli Ordini religiosi, dando al clero sufficienti provvigioni. 4° Vieti ai sudditi di donare mobili o stabili a Chiese o a corpi religiosi. 5° Proibisca ai Gesuiti o frati qualunque d’insegnare pubblicamente o privatamente, ma stabilisca scuole laicali nelle città e nelle borgate. 6° Proibisca al clero di ricevere mercede per la celebrazione di messe, punendo come simoniaco chi ne accetta. 7° Tenga per ribelli i confessori o ecclesiastici che ne’ penitenti o ne’ fedeli eccitano odio contro il sovrano. 8° Abolisca l’asilo delle chiese; pigli le terre del papa che si trovino nello Stato, come sono i feudi pontifizj in Piemonte. 9° Abolisca il Sant’Uffizio 10° e le confraternite del Rosario, del Monte Carmelo, della Cintura di sant’Agostino, del Cordone di san Francesco, dello Spirito Santo. 11° Diminuisca il numero delle feste, riducendole alle domeniche, pasqua, natale, capo d’anno, natività della Beata Vergine, tanto per distinguere i Cattolici dai Protestanti. 12° I beni del clero scomparta fra i nobili ed i Comuni; e poichè cesserebbero d’esser immuni dal tributo, diminuisca d’altrettanto le gravezze pubbliche.
Avanti procedere a tali riforme bisognava fondare l’Università e l’insegnamento laicale, togliendo ai Gesuiti l’educazione: stampare un’istruzione popolare sulla distinzione fra l’autorità spirituale e la temporale; e difondere gli scritti di frà Paolo Sarpi.
L’opera, alla quale precede il racconto dei fatti che su riferimmo, nella stampa fu dedicata a Carlo III Borbone re delle Due Sicilie; e poichè il Radicati confidava che questo diventerebbe re di tutta