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202 | illustri italiani |
i delinquenti, che, invece della galera, popolassero quelle terre beate! A tanto il riduceva la necessità di trovar sussidj e di lottare coll’operosa malvagità.
Partito pel terzo viaggio il 30 maggio 1498 con sei vascelli, tenne verso la Linea, persuaso, come i suoi contemporanei, che le terre più calde racchiudessero maggiori ricchezze, anche minerali. Dopo avviati tre de’ suoi navigli verso Ispaniola, cadde nelle regioni delle calme all’incontro de’ due venti alisei. Spinto ad occidente sino alle bocche dell’Orenoco, scoprì il litorale del Para, e per tutto il viaggio sostenne crudeli stenti, e frequenti accessi di gotta lo portarono a fil di morte. — Benchè nel precedente viaggio, in cui scopersi la terraferma, io avessi durato trentatre giorni senza chiudere palpebra, gli occhi non m’erano mai doluti sì vivamente». Costretto da questi mali a rientrare in sè stesso, riunì tutte le sue memorie, e cercò l’interpretazione de’ fenomeni che l’avevano colpito. E qui la spedizione prende carattere scientifico, e gli dà occasione d’esporre una nuova dottrina fisica.
— Nel canale che separa l’isola detta della Trinità dal continente, io trovai che l’acqua movea da levante a ponente con tanta impetuosità, quanto il Guadalquivir allorchè trabocca. Io credetti non potrei più tornare indietro in grazia delle correnti, nè andar avanti in grazia de’ bassi fondi. A tarda notte stando a bordo, sentii un terribile fragore venire da mezzogiorno verso di me, e posto mente, vidi che il mare s’alzava da ponente a levante, formando come una collina alta quanto il vascello, e che a poco a poco s’avvicinava. Sovresso questa elevazione del mare, una corrente moveasi con gran fracasso, e con quello spaventoso rumor dei fiotti quando frangono agli scogli. Oggi ancora mi risento del senso di paura onde fui preso, allorchè s’accostò al mio legno. Pure passò via e raggiunse l’imboccatura del canale, ove gran tempo s’arrestò. — Io congetturai che le correnti e quei cumuli d’acqua, che usciano ed entravano nei canali con sì terribile fragore, provenissero dal cozzo dell’acqua dolce contro la salata, e che questa s’opponesse all’uscita di quella. Perocchè, trovandomi sopra una liquida collina, avvertii che l’acqua dell’interno era dolce, e quella della parte esterna, salata».
Oggi che quel fenomeno, dagli Indiani chiamato pororoca, è benissimo conosciuto, nessun’altra miglior ragione ne possiamo assegnare.
Poi continua — Io dico che il mondo non è tanto grande, quanto