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cristoforo colombo 191

agli emuli la più segnalata confutazione, a’ suoi benevoli la giustificazione della riuscita, vedeasi vicino a soccombere, senza lasciar di sè che la fama d’un temerario, perito in traccia di sogni! Un pensiero religioso lo sosteneva: — Possibil mai che nostro Signore permetta che le grandi notizie ch’io reco periscano con me?» Ma d’altra parte il vivo desiderio ch’egli aveva di provare al mondo che quanto avea promesso s’era adempiuto, gli cresceva la paura di non arrivare: — Ogni moscerino che mi passa davanti, basta per importunarmi e sturbarmi; debolezza cagionata dalla mia poca fede nella Provvidenza divina. Eppure i favori che Dio m’ha compartiti, mi affidano che l’Altissimo mi salverà per coronare l’opera da me cominciata».

L’avvenire de’ suoi figli l’attossicava. — Orfani di padre e di madre in terra straniera, che diverranno? Il re e la regina ignorano quali servigi ha reso il padre loro» . Pieno di tal pensiero, prese una pergamena e vi scrisse tutto quel che potè delle sue scoperte, poi involgendola in un brano di tela cerata, pose l’involto in un barlotto e lo gettò in mare. I marinaj credettero fosse un atto di devozione: era la fede di nascita del nuovo mondo, che Colombo affidava ai fiotti perchè la portassero al mondo vecchio.

Pur alfine approda alle Azzorre; ma qui ribalde accoglienze gli fecero i Portoghesi, e il governatore Castagneda imprigionò metà della ciurma, avendo il re di Portogallo ordinato di cogliere Colombo dovunque fosse trovato, quasi colpevole di usurpargli una scoperta di cui esso non avea saputo profittare, o di turbar possessioni concedutegli dal papa. Quando però arriva a Lisbona, e le meraviglie, cui da mezzo secolo era abitua quella città, eclissa colla presente, il re dissimula il rancore o lo sagrifica all’ammirazione, e accoglie con grandi onorificenze lo scopritore.

Finalmente Colombo drizza all’Andalusia, rientra a Palos il 15 marzo; e chi descriverà il tripudio di tutto un popolo, lo scampanìo, le botteghe chiuse, e la gente che accorre ad abbracciare i suoi che avea pianto perduti, e venerare il creator d’un nuovo mondo in colui che sette mesi fa aveva deriso per ispacciatore di chimere? Il giorno stesso arrivava Pinzon, che, credendo prevenirlo o sperandolo perito s’andava vantando scopritore; ma deluso, guardò i trionfi di quello come proprio strazio, e ne morì fra pochi giorni.

A Barcellona i re procuraronsi l’onore di veder Colombo, e lo fe-