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160 | illustri italiani |
vince una ad una le nimicizie, le gelosie, le emulazioni; sprezza gli sprezzatori; affronta gli odj militanti a servigio de’ forti e de’ pregiudicati; solitario prosegue il sentiero, ove chi a mezzo soccombe è dimenticato o vilipeso.
Che se colla potenza che trasforma le contrarietà in problemi, e degli scogli si fa un porto, vincendo ostacoli nè tampoco sospettati dal vulgo, faticosamente egli riesce, allora alcuno s’affretta a tardiva giustizia per vantarsi d’aver riconosciuto il merito, e perchè è bello il farsi appoggio a chi non si può calpestare; i sedicenti amici gli concedono un’approvazione inattiva, somigliante a compatimento; molti, per comando, per adulazione, per non aver cominciato indarno gli oltraggi, ripetono in voce ostile: — Granchè! Or chi non avrebbe saputo far altrettanto? bastava pensarci e volerlo. Anzi, altri già l’ha fatto prima di lui: nè egli ebbe che ad imitare e profittarne».
Ignorano costoro, o piuttosto dissimulano, che nel saper volere sta l’efficacia del genio; che l’imitazione si deduce, non dal riscontro di particolarità or fortuite ora indeclinabili, ma dal confrontare i principj, il movimento dei metodi, la essenza de’ sistemi; che raggiungere mete nuove per strade antiche, o mete comuni per vie intentate; che conoscere l’importanza d’un proposito, e sagrificarvi compiacenze, onori, vita, è privilegio di grandi. Iram diede i cedri, David preparò il bronzo e l’oro; ma Salomone ebbe l’idea e la perseveranza; onde il tempio porterà il nome di esso.
Sovraggiunge poi un terzo stadio fra i beffardi di prima e i servili di poi; quando l’impresa di quell’eletto, il suo trovato, l’idea sua nuova entrano nel cumulo delle cognizioni generali, e ciascuno ne profitta. Per atrocissime che sieno le pene con cui comprò quegli effetti; per misconosciuti che veda i suoi meriti, egli, che ha servito al progresso senza illusioni, senza attendere riconoscenza, sentesi ampiamente compensato: perocchè, non la stima de’ contemporanei, iniquissima distribuzione; non la gloria, sogno da fanciulli; ma lo mosse il bisogno di scoprire è palesare la verità, e di poter dirizzarla ad utile de’ suoi fratelli.
Questi pensieri mi nascevano meditando su Cristoforo Colombo.
A Genova o nelle vicinanze1 era egli nato da nobile casa, che
- ↑ Da settant’anni si disputa intorno alla patria di Colombo; e per decoro delle lettere, vorremmo nessuno leggesse parecchie delle dissertazioni in proposito. La sua nascita è da diversi posta al 1430, 30, 41, 45, 46, 47, 49, 55. La data del 36