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154 illustri italiani

denza estiva di Kublai a Kai-ping-fu. Il tenente Wood della marina britannica nelle Indie il 1829 scoperse le vere sorgenti dell’Oxo nell’altopiano di Pamer, e trovò esattissima la descrizione che il Polo fa di que’ paesi, da nessun altro nè prima nè poi conosciuti.

Benchè della Cina parli assai meno che della Tartaria, forse perchè ne ignorava la lingua, o la considerava solo come d’una gente vinta, Marco ne notò le ricche manifatture, le smisurate città e i possenti fiumi superbi1.

L’esistenza di questo grande impero già era stata rivelata all’Europa da’ missionarj Piano Carpini nel 1246 e Guglielmo Rubruquis nel 1253, ma il nostro fu il primo che potesse scorrerlo liberamente e con autorità. Ivi egli trovò che, per insegnare le strade, piantavansi alberi ramati; che vi si brucia una maniera di «pietre nere che si cavano dalle montagne come vene, che ardono come brace, e tengono più lo fuoco che non fanno le legna.... e per tutta la contrada del Catai non ardono altro». Ecco il carbon fossile2, come già vi si trovavano le bombe e la carta-moneta3; nè andrà fuori del verosimile chi creda che da quei viaggi venisse all’Europa la cognizione della carta, della polvere e della stampa4.

Fu il primo ad informarci delle nazioni alla Cina limitrofe, colle strane loro costumanze e relazioni; del Tibet coi suoi sordidi devoti e i pa-

  1. Egli la chiama Catai, dai Khitan che per 200 anni la dominarono. Probabilmente nella Cina egli frequentava solo i forestieri; difatto i nomi che adopera sono i tartari o persiani: ignora l’uso del thè; dell’incubazione artificiale delle uova; de’ piedi schiacciati delle donne; della pesca fatta coi corvi di mare e la strana scrittura.
  2. Anche i primi gesuiti missionarj della Cina ci parlano «d’una cotal pietra bituminosa che ottimamenie si accende, e mena un calor più mordace e più durevole del carbone».
  3. «La fabbrica di monete dell’imperatore è in Cambalù, e il modo potria far credere egli abbia il secreto dell’alchimia, poichè fa monete colla corteccia dei gelsi. Ciascuna moneta reca la firma e il suggello di varj ufficiali. Essa allora diventa autentica, e nessuno può rifiutarla, pena la vita».
  4. Qualche tempo fa un giornalista cavò da una cronaca del XVII secolo che un tal Pamfilo Castaldi di Feltre, vissuto dal 1398 al 1464 avesse perfezionato i caratteri mobili di vetro, inventati da Pietro Natale vescovo di Equileo, e stampasse con essi alcune pagine, sicchè avrebbe preceduto Faust nell’invenzione della stampa. Vorrebbero vi fosse stato spinto dall’aver veduto alcuni fogli cinesi portati da Marco Polo. Il racconto non ha appoggio nè di autorità nè di ragione, secondo Yule; il nome di Marco Polo vi è mescolato come si fa nei romanzi storici; del resto le. stampe cinesi sono tabelle xilografiche e poteano averne fatte conoscere i missionarj.