Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
138 | illustri italiani |
1° Rhethoricorum, seu De inventione rhetorica, libri II. — Pare sia la prima composizione in prosa di Cicerone; contiene un compendio dei retorici greci. Esaminata l’intiera arte dell’eloquenza sotto cinque capi distinti, genus, officium, finis, materia, partes rhetoricæ, discorre delle parti dell’orazione, exordium, narratio, partitio, confirmatio, reprehensio, conclusio.
2° De partitione oratoria dialogus. — Dialogo fra Cicerone e suo figlio Marco: l’arte è compresa sotto tre capi, I. Vis oratoris, in cui il soggetto è trattato rispetto all’oratore sotto cinque capi, inventio, collocatio, elocutio, actio, memoria; II. Oratio, che tratta dell’arringa sotto cinque capi, exordium, narratio, confirmatio, reprehensio, peroratio; III. Quæstio, che tratta del caso.
Dell’edizione di G. Fontana, 1470, probabilmente a Venezia, è forse anteriore una di Moravo a Napoli.
3° De oratore ad Quintum fratrem, libri III. — Dialoghi del modo di formar l’oratore; elogio dell’eloquenza. Per arte e profondità d’idee e per eleganza di stile e lingua, è una delle principali opere dell’autore.
L’edizione principe, Subiaco per Sweynheim e Pannartz fra il 1465 ed il 1467 col Brutus. Vedi A. Ernesti, De præstantia librorum C. de Oratore prolusio (Lipsia, 1736). — E. Gierig, Von dem ästhetischen Werthe der Bücher des Cicer. vom Redner (Fulda, 1807). — L. Trompheller, Versuch einer Charakteristik der Cic. Bücher vom Redner (Coburgo, 1830).
4° Brutus, seu De claris oratoribus. — Dialogo fra Cicerone, Attico e Bruto, contenente la storia critica della romana eloquenza da Giunio Bruto, Appio Claudio, Marco Curio fino ad Ortensio.
L’edizione principe, Roma Sweynheim e Pannartz. Quella di Ellend con preziosi prolegomeni (Königsberg, 1826).
5.° Orator, seu De optimo genere dicendi. — Immagine del perfetto oratore, ad istanza di Marco Bruto. Cicerone lo raccomanda dicendo: Mihi quidem sic persuadeo, me quidquid habuerim judicii de dicendo, in illum librum contulisse; e in fatti è ammirabile per purezza della dizione, perizia di appropriata fraseologia, e scorrevolezza armoniosa dei periodi.
L’edizione migliore è quella di Meyer (Lipsia, 1827). Vedi A. Burchardus, Animad. ad Cicer. Orat. (Berlino, 1815).
L’Orator, col Brutus, forma un sistema compiuto d’arte retorica.
6° Per confutare Bruto e Calvo, i quali tenevano che l’essenza del vero stile attico consistesse nell’adoperare il minor numero possibile di parole, Cicerone tradusse in latino i due più perfetti modelli della greca eloquenza, vale a dire le due orazioni di Demostene ed Eschine