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Cicerone 111

recò alla repubblica, questo ci fu di buono che il popolo romano imparò quanto fidarsi ad uno, in chi commettersi, da chi guardarsi. Non le pensi tu queste cose? non intendi che agli uomini forti basta l’aver imparato quanto sia bello, degno di gratitudine e di gloria l’uccidere un tiranno? E quei che uccisero lui, sopporterebbero te? A gara da qui innanzi, te n’assicuro, si correrà a simil fatto, senza sopportare l’indugio dell’occasione.

«Abbi una volta riguardo alla repubblica, o Marcantonio: pensa da chi sei nato, non con chi vivi: con me fa come vuoi, colla repubblica torna in amicizia. Ma di te provvedi tu stesso; io mi professerò sul conto mio. Difesi garzone la repubblica, non l’abbandonerò vecchio; affrontai gli stocchi di Catilina, non paventerò i tuoi. Anzi volentieri offrirei la vita se colla morte mia potesse la libertà ravvivarsi della città; acciocchè il dolore del popolo romano partorisca una volta quello, di che sta tanto tempo in travaglio. Che se fin da vent’anni fa, in questo tempio stesso, asserii non poter essere immatura la morte d’un consolare, quanta più a ragione il dirò d’un vecchio? A me poi specialmente, o padri coscritti, conviene desiderar la morte, dopo che vidi compiute le cose che procurai e che operai. Ciò solo desidero morendo, di lasciar libero il popolo romano; nè cosa più grande di questa potrebbero darmi gli Dei immortali; dopo questa, che avvenga a ciascuno secondo della repubblica meritò».


XIII.


Pure il senato e Antonio non erano lontani dal rappaciarsi, quando intervenne Ottaviano, nipote di Cesare, che con Antonio e col generale Lepido formò un secondo triumvirato, che li rese arbitri dell’Italia. Per contentare i soldati e sbigottire gli avversarj, stabilirono toglier di mezzo e nobili e repubblicani; e in una proscrizione, più calcolata di quella di Mario e più implacabile di quella di Silla, sagrificarono trecento senatori e duemila cavalieri. Cicerone gradì le dimostrazioni che gli fece Ottaviano, e le ripagò di lodi e di favore; del che indignato, Bruto esclamava: — Purchè abbia chi lo lodi e gli faccia riverenza, egli accetta qualunque schiavitù»; ma Ottaviano non esitò ad abbandonarlo all’ira di Antonio.

Cicerone rimpiangeva la repubblica caduta, ma non voleva ricuperarla al prezzo che sarebbesi voluto: inquieto, dubbioso sebben