gi nel concetto dei popoli e del mondo questa piccola Grecia che all’Europa intimante e coalizzata, nelle sue note diplomatiche e nel contegno del suo popolo, oppone quella serenità calma ed energica che la coscienza del suo diritto le dà! E come mi ripiombava, riudendola dianzi, sull’animo la dolorosa rampogna uscita pochi giorni addietro dal presidente della Camera greca! «Io spero che la Grecia compirà il suo destino; ma se un dì fatta grande dovesse della sua grandezza abusare per offendere il diritto dei deboli, me-