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no nefasto, amici ed avversari congiunse concordi, sono il tributo dovuto alle virtù dell’Uomo dalla fiera energia, all’indomito battagliero.

Poichè, senza distinzione di parte, in ciò tutti convengono: che la grande e maschia figura di Felice Cavallotti, nelle lotte incruenti per l’Arte o sui campi di battaglia, letterato o uomo politico, poeta o garibaldino, inspirato fu sempre alla grandezza della Patria, al bene dell’Umanità.

Qui non è luogo, nè a me è dato commemorarlo. Modesto figlio del lavoro, mi sia, soltanto, concesso di salutare riverente la memoria del lavoratore instancabile, che col cuore, con la mente, col braccio, fu esempio raro, se non unico, di patriottica combattività irrequieta. E ciò mi sia concesso da queste pagine che portano qualcuno dei suoi ultimi pensieri ed il ricordo d’una delle migliori cause ch’Egli ebbe sempre strenuamente a difendere: quella degli oppressi!


13 marzo 1898.


Niccolò Giannotta