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giovanili. L’ora prosaica incalzante me ne distoglie, e non mi lascia se non mandarti un augurio: che — sedendo tu, auspice di queste ansie del pensiero italiano benedicente alla sacra fonte da cui ebbe sua luce — aleggi su esse lo spirito del Grande da cui ereditasti negli affetti del sangue le alte visioni e le audacie.

Scrivo avendo dinanzi il commovente saluto che il generale mi mandò da Caprera pel giovinetto eroe Deconturbia, caduto combattendo per la causa greca: e il saluto era voce di benedi-