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che anche innanzi ad esse gli stendardi falcati e le turche coorti dovettero per un giorno fermare la marcia vittoriosa. E di più dirà la lapide, che non rigore di patrie leggi minaccianti, nè dorico fatalismo impose ai pugnanti e rese bello il morire, nel pensiero dei castighi di Sparta: ma libero e fervido innamoramento di anime, libere trasvolanti alla tomba come a letto nuziale, obbedienti, devote soltanto alla legge che avevano dato a sè stesso. O Leonida, Leonida, al tuo sepolcro,